La recensione su Tear of the Prince of Darkness

di undying

2 stelle

Anni Trenta. Secondo un'antica profezia, una particolare configurazione planetaria (imminente) annuncia l'avvento di Satana sulla Terra. Soggetto intrigante ma sviluppato nel peggiore dei modi, tanto che il tutto si riduce ad essere uno strano, poco spettacolare, "noir" con ambientazione d'epoca.

Tallinn (Estonia), 1939. Una scrittice polacca, Ioanna (Hanna Dunowska), autrice di diversi libri tematici su esoterismo e occultismo, arriva in città su invito di un barone locale. Durante la sosta in albergo, subisce un'aggressione dalla quale ne esce indenne grazie al provvidenziale intervento di Gunnar (Tomasz Stockinger), un detective casualmente sul posto. Poiché Ioanna sembra essere in pericolo di vita, Gunnar decide di indagare, seguendo le mosse della scrittrice. Scopre che, secondo un'antica profezia risalente al XVII° secolo, una particolare configurazione astronomica di sei pianeti, che si verificherà a breve tempo, dovrebbe segnalare l'avvento di Satana sulla Terra. Secondo la profezia l'unico modo di contrastare il Maligno consiste nel rintracciare un anello secolare, al cui interno è incastrata una gemma, nota come "Lacrima del principe delle tenebre". Nel frattempo Ioanna inizia ad avere strane visioni, durante sogni agitati, relative all'anello e alla sua ubicazione. Dopo avere recuperato il manufatto, viene rapita dai componenti di un culto satanico.

Lza ksiecia ciemnosci: Hanna Dunowska

Il regista polacco Marek Piestrak si trova impegnato sul set di una produzione piuttosto importante, realizzata in compartecipazione tra Estonia, Polonia e Russia. Non ha voce in capitolo sulla storia, sceneggiata da Wojciech Jedrkiewicz, che è sviluppata seguendo una combinazione insolita, soprattutto per la cinematografia polacca. Pochi elementi horror sono inseriti in un plot essenzialmente noir, con ambientazione d'epoca. Noiosi balletti e poco efficaci musiche anni Trenta, finiscono per essere il leit motiv del film, che procede senza brillanti trovate e con una cinematografia anonima, a ritmo piuttosto lento. Le recitazioni sono di qualità e Hanna Dunowska, oltre che valida attrice, non difetta in fascino. Se si escludono un paio di veloci immagini iniziali (ripetute nel finale) che sono l'unico vero elemento horror inserito nel film, Lza ksiecia ciemnosci resta un titolo poco coinvolgente, e del tutto estraneo, nel risultato, alla media di opere minori (The wolf) dirette da Piestrak.

Lza ksiecia ciemnosci: Hanna Dunowska

"Esistono molti scritti pieni di spirito caustico in cui si nega l’esistenza di Dio; ma nessun ateo, a quanto mi risulta, ha mai confutato con buone prove l’esistenza del diavolo."
(Heinrich von Kleist)