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L'ottava moglie di Barbablu

Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film

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La recensione su L'ottava moglie di Barbablu

di alan smithee
8 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Quando la bella Nicole, figlia di un nobile decaduto che vivacchia senza pagare i conti nella lussuosa ed esclusiva Costa Azzurra degli anni Trenta, incontra in un negozio di abbigliamento il miliardario americano Michael Brandon, basta il qui pro quo causato dall'acquisto di un pigiama, per metterli in contatto e renderli l'uno irresistibilmente attratto dell'altra. E se l'unione tra i due viene fortemente caldeggiata dal padre di lei, che non esita a rivendere la ricco americano alcuni suoi assurdi cimeli d'altri tempi come una bizzarra vasca da bagno dei vecchi reali di Francia, il ricco finanziere non esita ad abboccare agli assurdi affari del vecchio padre, per conquistare la sua amata. I problemi veri nascono quando Nicole scopre che Michael è stato sposato ben 7 volte prima di lei, e a questo punto lei teme di fare la fine delle precedenti consorti.

Accetterà di sposarlo soprattutto per togliere dai guai l'indebitato padre, ma non senza cautelarsi nel migliore e più scaltro dei modi. E la vita matrimoniale sarà caratterizzata da ripicche e somme in ballo sempre più vertiginose, con la scaltra Nicole in grado di destreggiarsi e far fronte ai goffi pedinamenti di un detective un po' imbranato, fino ad arrivare al tanto sospirato, nuovo divorzio. Ma quando la donna andrà a trovare il ricco miliardario, ricoverato in clinica per un forte esaurimento, svelandogli tutti i retroscena, ecco che i presupposti per ricominciare una vita matrimoniale insieme, e sulla base di una situazione patrimoniale più paritaria, dopo il compenso ricevuto per il divorzio, verranno a crearsi riaprendo la strada alla vita coniugale tra i due.

Da uno script effervescente e scatenato co-sceneggiato da Billy Wilder, il gran regista tedesco naturalizzato americano Ernest Lubitsch, dà vita ad una commedia scoppiettante ed ironica, maliziosa e gustosissima dal ritmo incalzante, sostenuta dalla vivace mimica e verve delle due star coinvolte: lo statuario, affascinante Gary Cooper, magnifico e finemente espressivo come mai, a perfetto agio con la commedia sofisticata dai ritmi veloci, e la suadente, fatale, ma anche ironica Claudette Colbert.

Cinema d'altri tempi, certo, ma girato con l'estro e la maestria di chi ha fatto un cinema ed un'arte destinata a restare per sempre.

Splendido bianco e nero, scorci di amata Costa Azzurra che rivelano angoli e scorci ormai perduti per sempre, ed effetti speciali e scenografie sofisticate che conferiscono al film una maestria in grado di ringiovanirlo e di non dimostrare i suoi anni. 

Nell'anno dell'irraggiungibile Susanna di Hawks, ovvero uno scatenato, scintillante 1938, ecco un'altra commedia indiavolata pronta a tutti gli effetti a tenergli testa.

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