Espandi menu
cerca
I recuperanti

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

zombi

zombi

Iscritto dal 21 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 98
  • Post 14
  • Recensioni 1682
  • Playlist 277
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I recuperanti

di zombi
8 stelle

1945, altopiano di asiago. dopo un lungo percorso, gianni fa ritorno nei luoghi natii dalla russia. ma la situazione non è buona. il fratello sta partendo per l'australia insieme a tanti ragazzi, e il padre si è sposata con una ragazza di trent'anni più giovane. 

gianni ritrova la sua ragazza e vorrebbero sposarsi ma come si fa senza lavoro? e il lavoro dov'è?... lui e altri uomini disoccupati, occupano la segheria e cominciano a tagliare alberi e a lavorarli, ma il comune gli impone di smettere subito, pena una multa salatissima che non riuscirebbero mai a pagare, e così una sera sconsolato, dopo aver girovagato per il minuscolo centro del villaggio, senza voglia di migrare e aver parlato con la sua fidanzata, si imbatte in un vecchio che sembra un ubriacone.

"lo vedi quel prato là in valle?" chiede il DU  a GIANNI.... "quel prato è così verde, così bello, così rigoglioso perchè è cresciuto nutrendosi della carne dei morti", e poi il giovane segue il vecchio nel suo percorso alla ricerca del fantomatico tesoro, della corazzata che il vecchio si ostina a cercare su per monti.

I RECUPERANTI è semplice, è come 1+1=2. è la storia di un giovane che torna dalla guerra, ai luoghi che lo hanno visto nascere e crescere giusto in tempo per tenere in mano un fucile. la storia di un giovane come tanti che vuole ricominciare da dove aveva lasciato in sospeso, cone le sue montagne, con la sua ragazza, con la sua famiglia, ma non è più come prima, perchè nel mezzo c'è stata la guerra. al paese non c'è lavoro, in casa il padre si è risposato con una ragazza che potrebbe essere la loro sorella, e allora il film è anche la fola di un ragazzo che si lascia trasportare (in una sorta di transizione) da un vecchio nel recupero di preziosi metalli rimasti sepolti nelle montagne dopo la prima grande carneficina. 

GIUSEPPE TAFFAREL nel suo coevo "un alpino della settima" faceva vagare il suo protagonista per le montagne alla ricerca di tracce del padre da poter seppellire di fianco alla madre e quindi potersene andare anche lui, DU mostra invece a GIANNI come recuperare i resti della guerra per poterne fare un mestiere, rischiosissimo, e campare.

un mestiere che la sua fidanzata non vuole nemmeno chiamare mestiere, insistendo perchè gianni vada in pianura a fare il manovale.

olmi, insieme a kezich e rigoni-stern imbastisce un racconto tremendamente e terribilmente semplice sull'assurdità delle carneficine. 

i protagonisti non professionisti sono mirabili a cominciare da antonio lunardi nei panni cenciosi del DU; quasi un idiot savant che ha interrotto ogni rapporto con gli esseri umani per dedicarsi al recupero dell'INUMANITA' di oggetti atti alla distruzione e al massacro. andreino carli vero protagonista del film, ma spalla del mattatore lunardi, ha la faccia ingenua e il sorriso fanciullesco di un uomo obbligato a crescere troppo in fretta dall'insensatezza dei suoi simili.

i loro corpi e i loro visi, dentro ai buchi naturali delle montagne o nelle costruzioni artificiali fatiscenti ad perpetuam rei memoriam , ma non ancora meta di turismo, ricordano certi bellissimi lungometraggi animati dello studio ghibli... in ogni recupero IL DU chiacchiera e parla coi proiettili, con le bombe trattandole con rispetto e timore reverenziale perchè sa che alcune di loro possono uccidere nonostante si sia in tempo di pace. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati