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La ragazza della palude

Regia di Olivia Newman vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su La ragazza della palude

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Kya è una bambina quando viene abbandonata dalla famiglia e si trova costretta a diventare adulta in solitudine in una casa situata nel centro delle paludi del North Carolina. Ormai cresciuta inizia a frequentare Chase, un ragazzo di buona famiglia che viene ritrovato nelle paludimorto in circostanze misteriose. La ragazza viene immediatamente accusata del suo omicidio e processata davanti allo sdegno di tutta la comunità locale.

 

La vita di Catherine Clarke, detta Kya, o più semplicemente nota agli autoctoni come ”La ragazza della palude”, è quella di chi non ha mai avuto molto dalla vita. Di certo non una famiglia degna di questo nome, non un amico cui rivolgersi e nemmeno il rispetto della comunità di Barkley Cove, piccolo centro rurale del North Carolina che fa da sfondo alle vicende di un processo in cui il colpevole è scritto ancora prima che si giunga alla sentenza. Oforse la trama processuale viene usata per narrare le vicissitudini personali e di crescita di una bambina diventata adulta suo malgrado e che da sola ha sempre dovuto cavarsela sia per sopravvivere sia per quanto riguarda la propria educazione.

 

La biologa Delia Owens impiega la figura di Kya per ergerla a proprio nume. Appassionata come lei di natura e autrice di saggi, Kya attraverso le mani prima dell’autrice e poi della regista, Olivia Newman, al suo primo lungometraggio, diviene la creta attraverso la quale modellare spiegazioni riguardanti i preconcettie di come la sfiducia nel prossimo possa essere sia motivata, sia essere talvolta la tua sola ancora di salvezza. David Starthein nel ruolo di un avvocato ormai in pensione, assieme alla protagonista, impersonata dalla britannica Daisy Edgar-Jones, ci restituiscono interpretazioni mai sopra le righe ma che a volte possono stridere proprio per questo di fronte agli eventi tumultuosi ai quali devono assistere. Ciò nonostante la pellicola della durata di oltre due ore lente e riflessive, diventa un modo per appassionarsi al doppio livello narrativo. Quello legato alle accuse scagliate contro Kya, e che solo grazie al ping pong temporale fatto di flashback ci porterà sia a fine processo, ma anche a capire da dove provenga il desiderio di solitudine e la diffidenza della giovane zoologa e quali saranno i suoi successivi approdi. Romanzo d’iniziazione e best-seller del 2019. Pellicola che non tradisce le attese e che sa appassionare per le molteplici sfaccettature morali.

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