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Athena

Regia di Romain Gavras vedi scheda film

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La recensione su Athena

di barabbovich
3 stelle

Il tredicenne Idir è stato ucciso nel quartiere parigino di Athena. Il fratello Adbel (Benssalah), che milita nella polizia, chiede che vengano consegnati gli assassini, mentre un altro fratello, Karim (Slimane), prepara i suoi alla rivolta e un terzo fratello (Embarek) approfitta della situazione per continuare a coltivare i propri affari illegali. Abdel cerca di portare ragionevolezza tra gli abitanti della banlieue, ma deflagra ugualmente la rivolta che - a poco a poco - lascerà emergere i complessi rapporti tra i tre congiunti, tutti ugualmente mammoni.
C'è una scena, all'inizio di Athena, che passerà alla storia del cinema come uno dei pianisequenza più complessi dell'intera storia della settima arte, roba da ridimensionare il ricordo di Arca russa di Sokurov: undici minuti di una complessità indicibile, con la steady-cam che segue l'azione di massa con precisione impressionante, alternandosi al drone nell'ultima parte della ripresa. È solo il primo di una serie di miracoli visivi che Romain Gavras, figlio del grande Costa-Gavras, apparecchia per l'occhio incredulo dello spettatore. Ma è anche la prova di come la tecnica abbia finito per ribaltare del tutto i rapporti di forza con i contenuti, di come alla potenza espressiva si accosti la pochezza desolante della materia narrativa, con il film che si riduce a un'interminabile quanto noiosissima guerriglia urbana in cui l'unica cosa che sembra contare è il virtuosismo muscolare delle riprese. Scritto dal regista con Ladj Ly (l'autore dell'ottimo I miserabili, di medesima ambientazione), Athena - fin dal titolo che rievoca la dea della guerra - richiama, nella complessità dei rapporti tra i tre fratelli, la struttura della tragedia greca, mescolando toni da western metropolitano, action e melodramma, riuscendo (purtroppo) nell'impresa miracolosa di essere un film impolitico che strizza l'occhio al cinema fracassone dei blockbuster, tra doppiogiochisti di estrema destra, poliziotti corrotti e rivoltosi esagitati. L'ennesima conferma dell'impoverimento culturale a cui ci sta condannando Netflix, che produce l'opera con un finanziamento imponente.

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