Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Un avvio avvincente: come si sarebbe ripetuto in tante opere di Hitchcock, anche stavolta abbiamo davanti una persona qualunque che all'improvviso si trova invischiato in una situazione ben più grande di lui, ove il caso sembra aver atteso in agguato per metterlo ancor più in difficoltà. In questo film, come in altri a ridosso o appena successivi al 2° Conflitto Mondiale, Hitchcock sembra non voler celare lo spirito un po' propagandistico della pellicola: certi discorsi patriottici sembrano un po' poco verosimili ma non è questo il limite del film. Al contrario l'avvio della vicenda è senz'altro coinvolgente (sebbene immaginiamo subito chi sia il colpevole del sabotaggio), tuttavia la fuga del protagonista che a volte si va a imbattere proprio tra i mandanti del sabotaggio di cui è accusato mentre in altri casi trova persone prive di pregiudizi e che tentano di supportarlo e nel frattempo cerca di dipanare la matassa, non è certo tra le più riuscite del regista. Abbastanza appiccicata la love story che si alimenta, così come appare piuttosto inverosimile il mutamento del protagonista che dipinto come un giovanotto ingenuo, sembra poi avere delle capacità davvero sorprendenti nell'insidiare i propri avversari. Inoltre la parte finale mi è apparsa abbastanza stiracchiata, con continui imprigionamenti e (fortunose) liberazioni da parte dei protagonisti. Restano un paio di sequenze degne del nome del regista: il protagonista che si libera dalle manette utilizzando una ventola nel motore dell'auto, con un montaggio alternato ad una macchina in arrivo sulla strada che potrebbe farlo scoprire, e il noto finale sulla statua della libertà.
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