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Poor Cecily

Regia di Lee Frost vedi scheda film

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La recensione su Poor Cecily

di undying
3 stelle

Nudie diretto senza un minimo di coraggio da Lee Frost. Un cast di bellissime, abbruttite da costumi d'epoca e parrucconi grotteschi, pur recitando senza veli dall'inizio alla fine riesce a provocare solo un frustrante senso di apatia. Colpevole anche una colonna sonora clericale, in grado di azzerare il già modesto ritmo del film.

 

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Fine del XV° secolo. Per saldare i debiti del padre, deceduto durante la guerra, Cecily (Angela Carnon) viene venduta come schiava a una giovane coppia. I nuovi padroni cercano di farsi accettare in maniera un pò troppo invasiva (lei la seduce, mentre il marito spia), tanto che la poverina scappa terrorizzata al pensiero della nuova vita che l'attende in quell'ambiente sconosciuto e moralmente degenerato. Finisce nei terreni di Quade (Kathy Hilton), una contessa che dedica buona parte della giornata partecipando a orge sfrenate. Situazione che non gradisce, tanto da mettersi di nuovo in fuga, sperando di raggiungere l'America. Peccato che mentre cerca di acquistare un biglietto per salpare con la nave, viene catturata, arrestata e rinchiusa in prigione, accusata di stregoneria.

 

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Poor Cecily: scena

 

Terribile nudie (non hard) diretto dallo specialista del genere, Lee Frost, che in questa circostanza riesce a sprecare una sceneggiatura suggestiva (opera di Cedric Malcome), un cast di bonazze e metri di pellicola per mettere in scena un barboso insieme di interminabili sketch privi d'effetto che non sia soporifero e, alla resa dei conti, per nulla erotici. Colpa di parrucconi abnormi messi in capo alle attrici e del timore d'affrontare con fermezza il tema sessuale (in piena Golden Age of Porn). Tanto che il regista, moralmente frenato e rimasto legato a una cinematografia erotica anni '60, si limita a riprendere in campo lungo antiestetici amplessi simulati, ulteriormente avviliti da musichette clericali e da una direzione statica e imbambolata. Addirittura nel momento più intenso, quello delle torture subite dalle prigioniere nei sotterranei dell'Inquisizione, Frost riesce a far passare inosservate, in secondo piano e quasi irriconoscibili, bellezze tipo Brigitte Maier e Uschi Digard. Si salva una buona fotografia con faretti rosa e azzurri, destinata a creare atmosfera negli interni. Per il resto sono quasi 90 minuti di stressante vuoto. Un'esperienza frustrante anche per l'adolescente ingenuo e alla ricerca di qualche emozione piccante. Qui, per davvero, non c'è nulla d'attraente e nemmeno gli abbondanti nudi di donna riescono a rendere più intrigante un film spento, del tutto privo di anima. Incredibile come Frost sia riuscito a sminuire tale gineceo, rendendolo semplicemente un insieme di corpi insensibili, avvinghiati senza convinzione, patetici e piuttosto noiosi.

 

locandina

Poor Cecily (1974): locandina

 

"Io non ho mai capito niente della mia sessualità, di quella degli altri, un casino, ma mi sono lasciata andare... niente è certo, tutto è forse, bisogna nuotare e godere nel forse."

(Laura Betti)

 

N.B.: il seguente video è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto 

Poor Cecily (Lee Frost, 1974) - Clip

 

F.P. 07/01/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'06")

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