Regia di Mario Martone vedi scheda film
“Non ho parole...”, così ha commentato Mario Martone il successo del suo nuovo film Nostalgia, in corsa per la palma d’oro a Cannes 2022, sotto gli applausi di un pubblico che ha rinunciato alla standing ovation classica e tipica del festival, sostituendola con grida di un pubblico galvanizzato e sostenuto da una forte presenza italiana in sala. A me, invece, sono venute, le parole. Fluido, bello, emozionante, viscerale, poetico, sociale, triste. Eppure, tutte queste emozioni contrastate si ricongiungono in un’osmosi quasi perfetta e il film lascia una soddisfazione che solo i film dei grandi possono lasciare.
Nostalgia, tratto dal libro omonimo di Ermanno Rea, segue la storia di Felice Lasco, che dopo 40 anni vissuti tra Africa e Medio Oriente torna a Napoli nel quartiere della Sanità e deve confrontarsi con il passato dal quale era fuggito. Martone riesce ad eseguire questo adattamento cinematografico in modo perfetto e il film sboccia lungo due ore come un fiore sboccia a primavera. Ogni domanda viene risposta in tempo e ogni piega porta alla conclusione di un potente origami.
Questo è reso possibile anche grazie a interpretazioni magistrali. Quella di Pierfrancesco Favino che dopo Il Traditore ritorna davanti alla scena internazionale in modo unico, interpretando brillantemente il tumulto mentale di Felice. E quella di Francesco di Leva che esprime, nel suo ruolo di parroco del quartiere, una bontà ed un’estravaganza degna del San Paolo durante una notte di Champions.
Nostalgia è una storia di redenzione e dannazione, di bianco e di nero, di luce e di buio, di chiesa e camorra. La storia di un uomo e di una città dove le opzioni alla fine sono solo due: o scomparisci, o scomparisci.
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