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Il colibrì

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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La recensione su Il colibrì

di giulmar
8 stelle

Un film intenso, che affronta varie tematiche tutte racchiuse in un contesto familiare, racconta tanto dolore e qualche gioia, tanta vita ma anche tanta morte. bello ma triste.

Un film intenso questo della Archibugi, che affronta varie tematiche tutte racchiuse in un contesto familiare, racconta tanto dolore e qualche gioia, tanta vita ma anche tanta morte. Il colibrì è un uomo nato piccolo, di statura piccola, ecco perchè questo soprannome, ma poi si scoprirà che tale nomignolo è molto più attinente ad un'altra caratteristica di quest'uomo è cioè la capacità di stare fermo in equilibrio, sfruttando tutte le sue abilità per non cedere alle debolezze umane, cadere e farsi trascinare alla deriva delle avversità e dal turbinio delle emozioni che i forti sentimenti possono scatenare. Viene raccontato molto il matrimonio, un certo tipo di matrimonio, quello nato male, senza amore, nato dietro un illusione o dietro un sogno che poi immancabilmente giunge alla verità senza nessuno sconto e fa male, sfociando in una vita che non è vita ma solo un insieme di diritti e doveri... e sopportazioni. Una visione negativa quindi del matrimonio, in questo film, ma poi anche una esaltazione dell' amore sincero tra un uomo e una donna, amore di testa, di pensiero, che resiste nel tempo anche senza nessun contatto e anche purtroppo se non corrisposto o peggio ancora tradito, superato solo da ciò che può essere il legame indistruttibile tra genitore e figlio.

Un gran bel film, una regia accurata, un montaggio perfetto, le sequenze scorrono via tra numerosi flashback che si collegano con il presente in maniera impeccabile, dando l'idea di un unica successione temporale ma allo stesso tempo soffermandosi e sottolineando i momenti decisivi (come la telefonata iniziale ..”che nessuno vorrebbe che mai arrivasse..”, interpretato benissimo dai protagonisti: Favino ormai una garanzia di bravura, ma straordinaria soprattutto la Smutniak, veramente bravissima, la Morante ha fatto il suo tradizionale personaggio di moglie nevrotica e Nanni Moretti a suo agio nel distinto e flemmatico ruolo di psicologo. Epilogo molto triste ma con il sorriso... non dico altro!

 

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