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Margini

Regia di Niccolò Falsetti vedi scheda film

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La recensione su Margini

di maghella
7 stelle

2008, Grosseto. Iacopo-Iac, Edoardo-Edo e Michele-Mic, sono 3 amici che suonano in un gruppo punk ovunque abbiano l’occasione di farlo, che siano feste di paese, sagre o in piccoli locali a centinaia di km da casa. I 3 amici sono molto diversi tra loro, Edo vive con la madre, iper premurosa e molto presente nella vita del figlio, che cerca continuamente di fare da ago della bilancia tra lui e il suo compagno Adriano.

Iac è di famiglia agiata e oltre a suonare il basso nel gruppo con gli amici, suona il violoncello  in una orchestra di gran pregio.

Mic è il più grande tra i 3, disoccupato, ha già una figlia di circa 10 anni e la sua compagna Tiziana che lavora come cassiera alla Conad.

I 3 amici vivono il punk come una filosofia di vita (in effetti lo è), e sentono stretta la provincia in cui vivono, passano le giornate tra prove e barrettini sognando di andare a fare concerti per il mondo cantando le loro canzoni. Dopo essere stati cacciati via dall’unica sala prove disponibile, cercano di riscattarsi organizzando un grande concerto a Grosseto, ospitando un famoso gruppo punk americano: i Defense. Dopo il primo entusiasmo, i ragazzi si rendono presto conto che l’organizzazione presenta molte difficoltà, non solo economiche.

Il posto dove fare il concerto, la strumentazione necessaria, la logistica, sono i principali ostacoli da affrontare, e i 3 ragazzi si trovano (forse per la prima volta) faccia a faccia con i propri limiti, che non sono solo riferiti al luogo dove vivono e che tanto disprezzano. Dopo un primo “rimbalzo” con le collaborazioni comunali, cercano aiuto dal compagno della mamma di Edo, che gestisce una vecchia balera: la Sala Eden. Purtroppo gli accordi si rompono solo dopo pochi minuti, proprio per i conflitti generazionali che diventano dei veri e propri abissi tra i ragazzi e Adriano. I problemi si moltiplicano via via che la data del concerto si avvicina: Edo rompe definitivamente i rapporti con la madre ed Adriano andando a vivere in macchina, Mic fa fondo a tutti i risparmi della compagna per poter ospitare il gruppo americano, e Iac decide di abbandonare gli amici al loro destino per recarsi alle prove dell'orchestra in cui suona da sostituto il contrabbasso. 

In qualche modo il concerto si terrà, facendo arrivare a Grosseto tutta quella gente che i ragazzi speravano e che sempre avevano visto nelle loro trasferte, i titoli dei giornali locali in prima pagina urleranno all’invasione e i 2 ragazzi per qualche ora vivono il loro sogno di riscatto, ma il sogno perde il sapore del primo momento. Qualcosa non funziona, forse il sogno di far arrivare un famoso gruppo punk americano in provincia era un sogno da ragazzi e loro, mentre lo portavano avanti, sono cresciuti tutto in un colpo. Niente è cambiato il giorno dopo il concerto, anzi sì: ora gli amici sono 2 invece che 3. La città di Grosseto è sempre la stessa, le strade, le persone, e i Defence torneranno negli Stati Uniti portandosi a casa un bel ricordo dell’Italia. Edo e Mic, girano in macchina, consapevoli di aver fatto qualcosa di molto grande ma che forse sarebbe dovuto rimanere solo un sogno. Una vecchia casseta musicale della madre di Edo farà cantare ancora insieme i 2 amici, con (per loro) uno sconosciuto Massimo Ranieri in Se bruciasse la città, e qui il film tocca davvero una bella corda poetica.

Niccolò Falsetti, Francesco Turbanti

Margini (2022): Niccolò Falsetti, Francesco Turbanti

Francesco Turbanti (Mic) e Nicolò Falsetti scrivono e dirigono questo film molto carino e ben fatto. I 2 sono realmente amici e sicuramente questo è l’ingrediente principale per la riuscita della buona sceneggiatura. Il film è realizzato con attenzione proprio nella ricostruzione ambientale di una provincia che da sempre fa sentire soli i giovani che cercano spazi dove poter suonare, recitare, fare sport. Bravi gli attori, i protagonisti ma anche e soprattutto i comprimari: Nicola Rignanese nella parte di Adriano è quello che riesce a tenere un ritmo alto anche nei momenti più complicati del film, e Paolo Cioni nella parte di Paolo Bassi quello che affitta gli strumenti e la sala prova, per il quale ho un debole personale dopo averlo visto ne “I primi della lista” del 2011. Essendo toscana ho sicuramente apprezzato molto le battute che penso possano essere comprensibili solo da chi condivide una mentalità maremmana e propria della mia regione, ma spero che essendo stato il film presentato alla 79° mostra del cinema di Venezia nella sezione Settimana internazionale della critica, possa ottenere una distribuzione tale da farlo apprezzare anche nel resto del paese. Sono convinta, che se avrà in futuro dei buoni passaggi televisivi o su piattaforme adeguate, potrà diventare un piccolo film cult.

 

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