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Ennio

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Ennio

di barabbovich
10 stelle

All'inizio del film vediamo un uomo anziano che fa ginnastica sul tappeto della sua casa-museo. Movimenti lenti e disciplinati, espressione - con la passione per gli scacchi - di un rigore che è stato la spina dorsale di un'intera carriera. Quell'anziano è Ennio Morricone, il musicista, l'inventore, il prodigio, il fenomeno che ha cambiato per sempre il concetto di arrangiamento, il compositore di oltre 500 colonne sonore, l'autore di tante canzoni pop di indelebile memoria. Un uomo umile e colto, venuto dal basso (suo padre manteneva la famiglia suonando la tromba e su questo c'è uno degli aneddoti più commoventi del film), cresciuto proprio come trombettista in conservatorio, allievo di quel Goffredo Petrassi che a lungo lo guardò dall'alto in basso, fino a quando non fu costretto a riconoscerne il genio (e su questo, le parole di Boris Porena sono davvero icastiche). Ennio è il ritratto affettuosissimo che Peppuccio Tornatore, che lo ha sempre voluto al suo fianco fin dai tempi di Nuovo Cinema Paradiso, dedica al Maestro, raccontandone la traiettoria artistica (gli anni alla RCA, la svolta dell'incontro con Sergio Leone) senza dimenticarne l'aspetto squisitamente umano. Si tratta di un lavoro certosino di assemblaggio di materiali diversissimi e spezzoni di film che, raccogliendo in una polifonia di testimonianze le tantissime sfaccettature di un artista gigantesco, per 150 minuti riesce a emozionare, a far ridere, ad appassionare, raccontandoci le due facce di Morricone: non solo quella dell'autore di soundtracks, ma anche quella dello sperimentatore ardito legato all'avanguardia colta novecentesca. Impossibile rimanere a ciglio asciutto davanti ad alcuni aneddoti o alla dedica commossa che Morricone fece alla moglie Maria - pazientemente al suo fianco per tutta una vita - in occasione del secondo Oscar della sua carriera. Tornatore firma un capolavoro assoluto, un documentario mai visto prima, nel quale - evitando qualsiasi protagonismo - il regista siciliano riesce nel miracolo di restituirci la grandiosità del compositore romano facendo spesso parlare i suoi gesti e suoi silenzi prima ancora della sua musica.

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