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Marilyn ha gli occhi neri

Regia di Simone Godano vedi scheda film

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La recensione su Marilyn ha gli occhi neri

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:MARILYN HA GLI OCCHI NERI

 

Ma che bello sapere che nel nostro panorama cinematografico esiste un regista come Simone Godano che con soli tre film nella sua filmografia si è rivelato un ottimo narratore di commedie che strizzano l’occhio al bel cinema americano ma che al tempo stesso affrontano tematiche molto importanti con molta serietà e garbo.

Dopo la battaglia dei sessi di Moglie e Marito e l’omosessualità in età adulta di Croce e Delizia, con Marilyn ha gli occhi neri affronta il difficile campo minato del Disagio Mentale affrontandolo in maniera mai banale e sempre molto rispettosa attraverso la storia di Diego e Clara, due anime irrequiete che compongono il variegato gruppo che popola un Rehab diurno gestito dal Dottor Paris (medico che nasconde anche lui un burrascoso passato).

I più entusiasti hanno definito il film, Il Lato Positivo italiano. In realtà la storia, ottimamente scritta da Giulia Steigerwalt, ha un impianto sociologico più complesso e il rapporto tra i due protagonisti è meno romantico di quanto si possa pensare.

Simone Godano azzecca fin da subito la coppia Stefano Accorsi e Miriam Leone ribaltando il feeling che era già evidente in 1992.

Se nella serie tv veniva evidenziata la sinergia di due personaggi ego referenziati che puntavano tutto sul loro lato estetico, in Marilyn ha gli occhi neri loro risultano dei credibilissimi personaggi borderline emarginati da un mondo fatto di “normali” che soffoca le loro fragilità limando la loro bellezza con tagli di capelli arditi e soffocando la loro evidente fisicità.

Diego è uno chef che dopo la separazione dalla moglie non riesce a tenere a freno i propri scatti d’ira, i propri tic nervosi e la propria balbuzie.

Clara è una bugiarda cronica diventata così per combattere quell’invisibilità che la società e l’amato ex marito le ha imposto provocando in lei reazioni violente che vanno oltre la legalità.

I due alieni si conoscono in questo centro di recupero composto da persone affette da Tourette, schizofrenia, mutismo e ossessioni compulsive e quando il coordinatore del gruppo decide di trasformare la terapia in una cucina sperimentale dove il mondo fuori decide di entrare e conoscere il mondo di dentro questo diventa l’unico modo di trovare quella seconda opportunità tanto sperata. Creando il Monroe un ristorante dove la stranezza è solamente una messa in scena per il cliente.

Stefano Accorsi e Miriam Leone veramente molto bravi si mettono a disposizione di una sceneggiatura gioiello scritta molto bene che regala a loro momenti di tenerezza, divertimento e grande drammaticità come il duetto sotto le note di I wanna be loved by you di Marilyn Monroe, gli spazi protetti di Accorsi con la figlia e l’autoscontro di Miriam Leone.

Menzione particolare per Thomas Trabacchi che con il suo dimesso Dottor Paris gioca di sponda con tutti i malati mettendo in risalto il lato più serio e malinconico del film.

Per questo e per altri motivi mi permetto di consigliarvi questa commedia con Happy Ending amaro perché forse la vita non è come un film americano dove alla fine tutto si aggiusta ma è come un film italiano dove dopo tante botte, dolori e sofferenze si rimane comunque in piedi, fieri e mano nella mano. Imperfetti ma felici.

Voto 7

 

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