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The Suicide Squad - Missione suicida

Regia di James Gunn vedi scheda film

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La recensione su The Suicide Squad - Missione suicida

di ilcausticocinefilo
6 stelle

 

 

James Gunn Strikes Again. A seguito dei due Guardiani della galassia (e del momentaneo allontanamento dalla Marvel e dal terzo capitolo causa pretestuose polemiche intorno ad una serie di tweet), il regista si trasferisce “dall’altra parte”, alla DC, ma prosegue evidentemente nella medesima traiettoria, perseguendo la sua ormai consueta – a voler esagerare – poetica.

 

Pertanto, in virtù anche del margine di manovra concessogli dalla Warner (in netta controtendenza rispetto al passato e al ben noto procedimento da catena di montaggio taylorista ancora dominante alla Marvel e da altre parti), accetta di dirigere questo semi-reboot ironico, esagitato, citazionista, assurdo, scorretto e, stavolta, iper-violento.

Ciò detto, per evitare fraintendimenti, chiariamolo subito: il film non è propriamente eccezionale o memorabile, di qui il voto da me affibbiato (che comunque sia non è da considerarsi particolarmente negativo). Senza dubbio, vista e considerata la media a dir poco miserrima del cinema supereroico, è altresì piuttosto arduo sostenere seriamente costituisca uno dei punti bassi della filiera multimiliardaria. A mio avviso, però, ribadisco, non s’afferma neppure come chissà quale rivoluzionaria sorpresa o chissà quale miracoloso passo avanti per il genere.

 

 

 

Margot Robbie, David Dastmalchian, Daniela Melchior, Idris Elba

The Suicide Squad - Missione suicida (2021): Margot Robbie, David Dastmalchian, Daniela Melchior, Idris Elba

 

 Della serie: quando ti viene il dubbio d’essere in trip allucinogeno…

 
 

 

 

 

Perché si tratta sì d’un film più che discreto – spesse volte divertente, anche se non “tremendamente” emozionante –, ma i capolavori, i quali rimangono saldamente relegati nel passato, non arriva neanche a scalfirli (si vedano, ovviamente, perlomeno Il cavaliere oscuro e Spider-man 2). E s’è vero che – qualora accostato a schifezze inenarrabili del calibro del suo “precedessore”, di Justice League, Avengers: Endgame, Aquaman, Wonder Woman 1984 ecc. ecc.riesce a farsi abbastanza apprezzare come una sorta di – diciamola pure banalmente – “ventata d’aria fresca”, tuttavia, con onestà bisogna appunto ammettere che non è che il livello di partenza del genere sia poi così alto (battutina sempreverde: è da tempo che ci vorrebbe proprio l’intervento “rialzatore” dello standard cameroniano); e in un ambiente tossico come una fogna persino, persino, un’ondata di smog proveniente dalla superficie può giungere quasi a farsi apprezzare alla stregua d’un toccasana.

 

Per entrare nel merito: alcune qualità sono palesi e innegabili: parliamo di quel paio di ottime trovate visive (su tutte svetta chiaramente la delirante raffigurazione del “cattivo”); della manciata di siparietti che colpiscono nel segno (gran parte dei quali riguardanti King Shark e dintorni); della capacità di presentare una nutrita schiera di personaggi con miglior coerenza e incisività rispetto al passato, nonostante l’approfondimento degli stessi sia affidato solo a rapidi sprazzi (il migliore dei quali è dedicato alla “evocatrice dei ratti”).

Ma il film è pure troppo lungo, di tanto in tanto scivola rovinosamente nella scemenza e “regala” un fuoco di fila di gag che oltre la metà delle volte cadono nel vuoto o fanno letteralmente drizzare i capelli (l’apice dell’imbecillità si vorrebbe esilarante viene raggiunto con l’idiota battuta sugli angeli, la pioggia e certi particolari altri fluidi che pare partorita da un bimbetto delle medie in piena tempesta ormonale). Per giunta, il mix di violenza sanguinaria splatter e giocosa demenzialità funziona a corrente alternata ed anzi talvolta risulta un tantino stridente (con l’unica eccezione della citata Ratcatcher, è piuttosto complicato riuscire a parteggiare per un novero di protagonisti che stermina inutilmente interi stuoli di persone come se niente fosse, alla maniera della “wondrous woman sedicente pacifista).

 

 

 

Idris Elba, Margot Robbie, David Dastmalchian, Daniela Melchior

The Suicide Squad - Missione suicida (2021): Idris Elba, Margot Robbie, David Dastmalchian, Daniela Melchior

 

"Ohibò e che sarà mai adesso ‘sta cosa?"

 

 

 

 

La trama, poi – come c’era da aspettarsi – è la solita trita e ritrita solfa e l’inserimento d’una flebile (flebilissima) vena politica non ne attenua affatto la banalità e prevedibilità. E la risma del film – scemotto, canzonatorio, ma mai particolarmente caustico o satirico – impedisce che chi guarda arrivi a prendere più di tanto sul serio questa virata “anti-americana” o in generale qualunque tentativo (ammesso e non concesso che effettivamente vi sia) di riflessione “altra” (anche perché i cattivissimi uomini forti dell’isola sono macchiettistici, al pari dei protagonisti e di Amanda Waller).

Come sopra: satira è dire troppo, al massimo massimo si può concedere vi sia dell’abbandonarsi al politicamente scorretto, una posa reminiscente degli anni alla Troma di Gunn. Il film rimane pur sempre un baraccone d’intrattenimento spettacolare e (molto) fracassone, inutile andare a ricercarci profondi significati nascosti. La sua unica funzione è quella di divertire in modo alquanto spicciolo, ma tanto basta: è sufficiente essere nella giusta predisposizione mentale.

 

Lo elevano dalla media penosa del genere – oltre alle qualità già menzionate – le “simpatiche” stramberie che certo non passano inosservate (vedi l’assurdissimo “combattimento floreale”); le buone prove rese dagli attori; l’ottima, satura e luminosa fotografia di Braham; in qualche caso, le scelte registiche di Gunn e l’atmosfera ironica e scanzonata, anche se di grana grossa.

Insomma, per intrattenere intrattiene, ma arrivati alla fine s’avverte pure un po’ di stanchezza. Al di là di tutto, comunque, alla DC non farebbe sicuramente del male il proseguire lungo questa scia. Inaugurando dunque una modalità realizzativa finalmente più libera e meno canonizzata; più ruotante intorno alla visione del singolo regista (Nolan insegna), meno intorno a quella dei soliti produttori in odore di dollari.

In attesa di The Batman, speriamo la lezione sia stata definitivamente imparata e metabolizzata (in altri termini: #fuckthesnydercut e tutta la relativa compagnia cantante).

 

 

 

David Dastmalchian

The Suicide Squad - Missione suicida (2021): David Dastmalchian

 

"Prendete questo, cialtroni maniaci, adoratori del mefistofelico Zack!" Tiè!

 

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