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American Beauty

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su American Beauty

di AndrewTelevision01
10 stelle

Depressione, drammi adolescenziali, amarezza, ma anche vendetta personale e voglia di rifarsi una nuova vita. "American Beauty" è semplicemente meraviglioso!

"È una gran cosa quando realizzi di avere ancora l'abilità di sorprenderti. Ti fa chiedere cos'altro puoi fare che ti sei dimenticato."

-Lester Burnham

Kevin Spacey, Thora Birch, Annette Bening

American Beauty (1999): Kevin Spacey, Thora Birch, Annette Bening

Lester Burnham (Kevin Spacey) è un quarantaduenne depresso: ha una casa e una famiglia composta dalla moglie Carolyn (Annette Bening) e la figlia Jane (Thora Birch) e un lavoro insoddisfacente; il momento migliore della giornata è proprio quando si masturba. E' in duro conflitto con la moglie da anni, per motivi sessuali e con la figlia, per motivi relazionali. Jane, introversa e parecchio suscettibile ha un'amica, Angela (Mena Suvari), che ha in mente il sesso 24 ore su 24 e vorrebbe diventare una modella. Caso vuole che ella si innamori di Lester, al quale viene risvegliata la mente oramai riempita da ragnatele. Vicino casa di quest'ultimo si trasferisce una famiglia nuova, cui a capo vi è il colonnello Frank Fitts (Chris Cooper), con la moglie Barbara (Allison Janney) e il figlio Ricky (Wes Bentley), ragazzo misterioso al quale piace registrare, con la sua videocamera, qualsiasi cosa gli capiti fra le mani. I vari intrecci interpersonali fra questi individui porterà ad un risveglio vitale di Lester, emotivamente in declino da anni, e all'innamoramento di Jane per una persona di cui sembrava disprezzare le usanze.

Mena Suvari

American Beauty (1999): Mena Suvari

Penso di aver visto uno dei migliori film che mi sia capitato di vedere in vita mia; fortuna che l'abbia visto prima dei diciott'anni. "American Beauty", così come ho accennato in un commento qui su FilmTv, è semplicemente un film meraviglioso, ornato di elementi essenziali che portano subito lo spettatore a contemplare l'inconfondibile ed inimitabile sceneggiatura originale. Inoltre il film, ancora una volta, mi riempito di gioia facendomi capire che l'universo cinematografico è immenso ed infinito: è un arte così concreta che difficilmente si riesce ad intravedere la vera bellezza da essa emanata. Un esempio preciso, probabilmente, è questo film: l'umanità con cui vengono trattate esperienze, la vividezza e l'anima con cui esse brillano di luce propria suscita in esso un bagliore che va a rispecchiare l'integrità dell'opera totale. Un Kevin Spacey con i controfiocchi, probabilmente uno dei suoi migliori ruoli (se non il migliore, forse): un personaggio talmente interessante che non si esita ad amarlo. Durante la pellicola mi sono rispecchiato nel suo ruolo, ma non tanto perché abbia vissuto la sua vita, tantomeno le sue esperienze: il suo personaggio impara a rinascere dalle proprie radici, a rialzarsi dai propri (o anche da altri) fallimenti. E questo è solo uno dei tanti insegnamenti di vita che questo film ci propone. La pellicola, candidata a ben 8 premi Oscar, ne è stata vincitrice di 5, tra i quali "Miglior Film" (ci mancava), "Miglior Regia" (figuriamoci), "Miglior Attore Protagonista a Kevin Spacey" (ovvio!), "Miglior Sceneggiatura Originale" (ovvio!2), "Miglior Fotografia" (giustamente..). Mai avrei pensato di idolatrare così tanto un film, soprattutto perché è una sensazione che non provavo da mesi. 

Ogni scoperta è sempre un buon segno per me, che sia giusta o sbagliata.

10.

 

 

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