Espandi menu
cerca
Il potere del cane

Regia di Jane Campion vedi scheda film

Recensioni

L'autore

steno79

steno79

Iscritto dal 7 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 239
  • Post 22
  • Recensioni 1668
  • Playlist 106
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il potere del cane

di steno79
8 stelle

Dopo una pausa di ben dodici anni dal suo ultimo film "Bright star" sulla vita del poeta Keats, Jane Campion torna alla regia con un film apparentemente slegato dalle sue tematiche consuete, un western moderno che del western ha solo la cornice e dove conta soprattutto lo scavo psicologico dei personaggi che innescano un feroce gioco al massacro. Non conosco il romanzo di Thomas Savage su cui é basata la sceneggiatura, non posso fare confronti con la pagina scritta. La storia dei due fratelli Phil e George che si dividono la proprietà di un ranch del Montana e il cui equilibrio viene spezzato dall'arrivo di una donna propone tematiche interessanti, dal confronto/scontro con la modernità che arriva anche in un luogo periferico, appartato, alla difficoltà di affrancarsi da un passato opprimente che innesca una spirale distruttiva, fino all'impossibilita' di affrontare serenamente una sessualità che si pone ancora in termini eversivi, destabilizzanti. La Campion ha lo sguardo preciso, netto, affronta la materia con coraggio e non arretra di fronte a soluzioni che non si direbbero certamente consone ad un'opera di stampo commerciale; anche lei si affida stavolta ai finanziamenti di Netflix e si accinge a competere agli Oscar con parecchie nomination, dopo un Leone d'argento veneziano che ne sottolinea l'autorialita' ormai svincolata dai ricatti del box office. Nel quartetto di attori protagonisti si distingue un Benedict Cumberbatch preciso nella caratterizzazione del personaggio, espressivamente maturo e il giovane Kodi Smith Mc Phee, che può essere considerato la rivelazione dell'opera per la sorprendente bravura che dimostra nel ruolo di Peter; senz'altro di buon livello la prestazione di una Kirsten Dunst tormentata come in "Melancholia" di von Trier, anche se qualcuno pensa che il personaggio sia di maniera, e niente male Jesse Plemons che personalmente ricordo soprattutto in un ruolo di fianco in "The master". Pur con qualche calo nel ritmo in alcune sequenze descrittive, per me si tratta di un film affascinante, ben risolto e di sicuro pregio, che sarebbe un peccato mancare in sala visto l'impatto comunque spettacolare delle immagini. 

Voto 8/10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati