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Enola Holmes

Regia di Harry Bradbeer vedi scheda film

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La recensione su Enola Holmes

di Antisistema
2 stelle

Se prima della pandemia Covid19 le piattaforme streaming erano in forte ascesa, mandando in crisi il cinema sempre più e dando il colpo di grazia definitivo al mercato Home Video oramai morente da anni, in questi pochi mesi del 2020 sono state prese d'assalto da un pubblico per forza di cose chiuso in casa, raccattanfo e distribuendo molti film che in origine erano destinati al normale circuito cinematografico; Enola Holmes di Harry Bradbeer (2020), tratto dagli omonimi romanzi di inizio millennio incentrati sulla figura dell'adolescente Enola, sorella del noto investigatore Sherlock Holmes, causa virus è stato dirottato sulla piattaforma Netflix e oserei dire che ciò è stata la fortuna del film, visto che avrebbe (meritatamente) floppato alla grande se distribuito al cinema. Enola Holmes è un film con un target per ragazzini, che sceglie scientemente di infilarsi in tale gabbia che ne diviene poco a poco la causa primaria del suo fallimento; non c'entra tanto la giovane età dell'attrice protagonista Millie Bobby Brown, la cara "Undici" della sopravvalutata e infima serie TV Stranger Things dei Fratelli Duffer (2017-2020), perché la cosa intollerabile è la presa in giro verso lo spettatore adolescente, di cui ogni singolo componente responsabile di tale operazione è colpevole, data l'evidente operazione di colonizzazione consumistica attuata nelle menti dei giovani fruitori di tale opera, legandoli a sé tramite operazioni-franchising che puntano all'assuefazione della mediocrita' industriale.

Non sarei così pesante se non avessi per il personaggio di Sherlock Holmes una sincera ammirazione, avendo letto quasi tutti i libri di Conan Doyle legati alla figura del geniale detective, ma voglio scrivere perché tale merdata merita di essere bastonata senza pietà da cima a fondo. Enola Holmes è in primis un veicolo divistico per la giovanissima Millie Bobby Brown, nel tentativo di farla sfondare anche al cinema ed il film sin dal primo all'ultimo secondo svolge tale compito con assoluta dedizione, forse dovuto anche al fatto che l'opera sia stata prodotta dall'attrice, la quale da buona prima donna, praticamente finisce con l'autodirigere sé stessa il film, vista anche l'inesistente regia di Bradbeer che sprofonda nella pura serie tv, colpa anche di una sceneggiatura che apre 200 linee narrative per chiuderne solo una (na merda) e lasciare il resto in sospeso per un futuro franchising, che purtroppo ci sarà date le inspiegabili critiche positive.

Di solito la scrittura televisiva applicata al cinema, finisce con il generare film decompressi, mentre questo Enola Holmes sembra abbia racchiuso nell'arco delle sue due ore un'intera stagione di una serie tv, il risultato è quindi una narrazione sconnessa, caotica, frammentata, con una sceneggiatura dai dialoghi mediocri, un tono forzatamente leggero e varie linee narrative abbozzate essendo lasciate per lo più in sospeso; si parte con la ricerca della madre (Helena Bonham Carter) scomparsa da parte di Enola, per poi troncare la ricerca di netto per spostarsi sull'indagine su chi voglia uccidere il giovane visconte Tewkesbury (Louise Partridge), intervallando il tutto con apparizioni del Sherlock Holmes (Henry Cavil) più insignificante della storia del cinema e dal fratello Mycroft (Sam Clafin).

 

Millie Bobby Brown, Sam Claflin, Henry Cavill

Enola Holmes (2020): Millie Bobby Brown, Sam Claflin, Henry Cavill

 

La nostra Enola si muove dalla campagna alla metropoli cartonata di Londra, che per il regista si riduce ad una mera via situata tra due file di palazzine di cartapesta e un green green sparato in bella vista sullo sfondo, compiendo varie indagini costruite sul nulla e deduzioni sviluppate sul niente mascherato da complicato tramite parole crociate ordinate in un puzzle privo di una forma logica, riuscendo però a suon di mazzate (perché siamo moderni e la donna mena come un fabbro) a risolvere il caso impossibile (cioè non lo risolve in realtà, è il colpevole che si autosgama da solo, quindi la fine del giallo), il tutto condito dai continui sguardi in camera di Millie Bobby Brown usati più in modo cazzaro e puerile come Deadpool di Tim Miller (2016), che in modo anarcoide-irriverente di Tom Jones di Tony Richardson (1963) a cui vorrebbe rifarsi, poichè l'attrice alla lunga risulta ridicola nelle espressioni confermando già il calo nella terza stagione di Stranger Things con i sui tic recitativi, che finiscono con l'ammazzare qualsiasi componente emotiva o accenno di dramma, trasformando con tale espediente reiterato all'infinito tutto in farsa, comprese le scene nel pre-finale, che risultano depotenziate di qualsiasi minima profondità, perché i personaggi sono figurine monodimensionali prive di qualsiasi spessore ed impossibilitate a poter cambiare o mostrare un minimo di fragilità autenticamente umana e non forzata dalla scrittura. Per rendere il tutto più cool e in linea con lo spirito dei nostri tempi, viene aggiunta anche una pedante quanto invasiva sottotrama pseudo-femminista sulla figura della donna nella società, con esiti disastrosi sul piano della struttura filmica perché il genere finisce con il venire ammazzato del tutto senza che la componente gialla funzioni, mentre il lato impegnato, risulta così semplicistico ed appiattito in slogan urlati in faccia, banalizzando le lotte femminili dell'epoca per dare il tutto in pasto all'adolescente ignorante. L'esaltazione femminile passa solo ed esclusivamente per la distruzione o alla meglio ridicolizzazione della figura maschile, il visconte Tewkesbury è un essere imbelle, Mycroft viene ridotto ad un truce nazistoide misogino, mentre il nostro Sherlock Holmes interpretato da uno scultoreo ed impettito Henry Cavil, subisce miseramente sul piano dialettico da ogni personaggio senza che mai traspaia il suo genio, costantemente svalutato e per niente percepito. La grandezza di Enola passa quindi per la snaturazione di Sherlock e non per le sue effettive qualità, cosa ha di femminile la protagonista? Direi praticamente nulla, è uno Sherlock Holmes in stile film di Guy Ritche, ma con la vagina al posto del pene. Forse l'esaltazione della donna dovrebbe passare per la trattazione della loro sensibilità e non trasformazione in donne che tali non sono più perché ridotte a meri uomini di azione, come avviene in questo Enola Holmes portatore di un femminismo fascista, che trova la propria unica ragione d'essere nella denigrazione della figura maschile e non nella valorizzazione delle qualità proprie del genere femminile.

 

Millie Bobby Brown

Enola Holmes (2020): Millie Bobby Brown

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