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Justine, una minorenne deliziosa...

Regia di Roberta Findlay, Cecil Howard, Walter E. Sear vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Justine, una minorenne deliziosa...

di undying
6 stelle

Ispirato solo nel titolo al romanzo sadiano, Justine, una minorenne deliziosa... per anni è rimasto in totale anonimato di regia. Dietro a questa commedia hard (doppiata in italiano con eccesso di ironia), sta in realtà la mano di Roberta Findlay, regista prolifica che ha tentato di emanciparsi a fine carriera girando alcuni modesti horror.

 

locandina

Justine, una minorenne deliziosa... (1980): locandina

 

Rimasta orfana, Justine (Hillary Summers) si trasferisce dalla Francia agli Stati Uniti, per essere ospitata dall'unico parente rimasto, lo zio Steven (Ashley Moore). Dato che l'uomo, ancora piacente, è stato abbandonato dalla moglie, Justine prova sin da subito, nei suoi confronti, una forte simpatia. In seguito, entrata nelle mire del giardiniere, Justine subisce un'aggressione alla quale riesce a sfuggire grazie al provvidenziale intervento della governante, solo per passare di male in peggio, finendo sotto le attenzioni del perverso cugino Greg (Andy Hayes). Justine frequenta quindi Don (Rick Iverson), un amico del cugino, con il quale arriva velocemente in intimità, senza però trarre appagamento dal rapporto. Il suo sogno ricorrente, quello di vivere la prima esperienza sessuale con lo zio, pian piano si concretizza.

 

"Povera ragazza, cresciuta senza una madre ed ora avvilita tra due uomini." (Ex moglie di Steven, rivolta a Justine ospite di zio e cugino)

 

scena

Justine, una minorenne deliziosa... (1980): scena

 

Nonostante la fonte letteraria (De Sade), Justine, una minorenne deliziosa... si muove sui binari della commedia, accentuata nella versione italiana a causa del doppiaggio "folle", ma ben realizzato da voci di qualità. Il turpiloquio imposto ai vari personaggi, e l'impossibile accento bolognese (in America!) della sboccata governante, conferisce al film un aspetto grottesco e surreale, quasi fumettistico. In sostanza, la sceneggiatura solo vagamente, nei passaggi principali (la perdita del padre e conseguente trasferta dallo zio), si rifà al romanzo originale, mentre per il resto si assesta sulla linea del filone erotico (estremamente ampio e variegato) definibile come "educazione di una vergine", ovvero il percorso che molto lentamente -e per gradi- porta una adolescente alla scoperta del sesso. L'attrice che interpreta Justine (Hillary Summers), tutt'altro che minorenne (classe 1949, all'epoca del film quindi oltre i trenta), ha mutato più volte nome (tra i tanti: Heather Gordon, Maureen O'hara, Aimee Leigh, Amy Leigh, Laurel Blake) traendo così in inganno molti recensori che la davano per meteora dell'hard, mentre invece ha solcato i set a partire dal 1977 sino al 1994. Ad esempio, nel booklet allegato alla VHS Shendene, redatto da "esperti di cinema a luce rossa", le viene attribuita una filmografia di soli 9 film contro i 46 girati. Non solo: sempre in quel testo la regia è assegnata a Robert R. Walters (in realtà, pseudonimo adottato da Roberta Findlay). In un periodo in cui l'imdb era in fase primordiale, su molti film -soprattutto a luce rossa- regnava un vero e proprio alone di mistero. Non era pressoché possibile conoscere molto di più di quanto deducibile -quando esistenti- dai credits (titoli di testa e coda), spesso composti arbitrariamente con nomi inventati. Oggi sappiamo che dietro a questo lavoro stavano le mani di Roberta Findlay e Walter Sear, e questo rende conto del fatto che la confezione sia quella di una pellicola ben girata, montata e più in genere recitata. È presente anche una breve scena che permette agli autori di riciclare materiale estraneo al film, quando lo zio di Justine invita due hostess al "Club dei guardoni". Esilarante poi, per dialoghi a dir poco sopra le righe, il primo amplesso proposto alla visione, che vede una scatenata Vanessa del Rio allietare (oralmente) lo zio Steven, chiaramente ben poco turbato dal recente divorzio.

 

Roberta

 

Michael e Roberta Findlay 

Roberta Findlay (Anna Riva) ha praticato il cinema in diversi ruoli (attrice, regista e produttrice) e per lungo tempo. Particolarmente attiva in pellicole definite in gergo "exploitation" e "sexploitation", il suo nome è però spesso presente anche sui titoli di alcuni horror low budget, diretti nell'ultima fase di attività. Nota la sua relazione con Michael Findlay, cineasta legato, assieme a Joseph W. Sarno, al mondo underground delle produzioni "sex and violence". Michael esordisce nel lontano 1964 con Body of a female, film per l'epoca scandalosamente estremo, interpretato dalla moglie Roberta e, sembrerebbe, oggi andato perso.

Dopo una prima fase con predominanza di temi erotici, la coppia si orienta verso l'horror (loro ad esempio il celebre discusso Snuff, 1976) ma poi sprofonda, dividendosi per genere trattato, nel mondo delle luci rosse: Michael gira hard gay, Roberta invece porno più convenzionali. Nel 1977, Michael trova una morte violenta, finendo massacrato dalle pale di un elicottero sul tetto Pan Am Building (New York City), mentre Roberta continua a dirigere film per adulti, per poi passare gli ultimi anni (1985/1989) su set tradizionali curando la regia di opere che, a suo modo, hanno lasciato traccia del loro passaggio. Due di questi ultimi titoli, sono arrivati direttamente in home video anche da noi (L'oracolo e Nel nome del maligno). 

 

scena

Justine, una minorenne deliziosa... (1980): scena

 

Citazioni

 

- "Lo sanno tutti che sei un ossesso sessuale": frase non certo memorabile ma che, ascoltata mentre la governante (rivolta al giardiniere) la pronuncia con forte accento bolognese, ha un suo perchè.

 

- "Sono due hostess che hanno perso il volo, ma hanno trovato un uccello." (Steven presenta così due nuove amiche)

 

- "Hai la fregna di una pecora!" (Romantica frase d'amore, pronunciata in piena attività dal raffinato giardiniere alla governante)

 

locandina

Justine, una minorenne deliziosa... (1980): locandina

 

"Diceva un foglio bianco come la neve: ‘Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro.' Una boccetta di inchiostro sentì ciò che il foglio diceva, e rise nel suo cuore scuro, ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch’esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre – puro e casto – ma vuoto." (Khalil Gibran)

 

scena

Justine, una minorenne deliziosa... (1980): scena


F.P. 26/02/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 78'03" - Copia da positivo evidentemente tagliata sul più bello in chiusura, con fermo immagine e inserimento posticcio della parola FINE

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