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PadreNostro

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Regia di Claudio Noce

Con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca... Vedi cast completo

  • In TV
  • Sky Cinema Due
  • canale 302
  • Ore 23:05
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Trama

Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre (Barbara Ronchi), assiste all'attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell'incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

Curiosità

COMMENTO DEL REGISTA

"La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un'intera generazione di uomini in cui le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate ad essere camuffate in silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio padre subì l'attentato, io avevo due anni, abbastanza per comprendere la paura troppo pochi per capire che quell'affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio padre tracciando i contorni di una generazione di bambini "invisibili" avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile, provare a farlo mutando le parole da private in universali una grande sfida come cineasta e come uomo.

In questi giorni ho riletto la rivendicazione dei NAP rilasciata dopo l'attentato. Solo adesso capisco veramente come la mia infanzia sia stata percorsa a lungo da quella frase "Alfonso Noce sappia che la sua condanna a morte è stata soltanto rinviata. I proletari hanno tanta pazienza e lunga memoria". Per anni ho sentito la paura arrivare nel cuore del giorno e della notte ascoltando gli adulti ripetere quella minaccia come un mantra. Durante tutte le fasi della lavorazione del film ho affrontato una faticosa battaglia interiore. Ho lavorato su due piani distinti: uno fortemente evocativo in forte relazione con la porzione autobiografica della storia, l'altro più libero, emancipato dai miei ricordi e più conforme alla favola dell’amicizia. I due piani tuttavia sono comparati sullo stesso terreno di studio e di indagine.

La forma del film nasce proprio dalla dicotomia di questi differenti criteri. Anche nella drammaturgia abbiamo seguito questo principio: una pagina rincorre il romanzo familiare, la successiva si perde nella favola di quello di formazione. A volte però il calore sconfinato di un ricordo si confondeva con il racconto, spesso ho rischiato di smarrire la strada.

Una vertigine e poi una caduta. Il paradigma da seguire, mi è giunto chiaro durante la preparazione della sequenza dell'attentato. Zenit della crisi. Mi chiedevo da tempo quale fosse la giusta adesione a quel respiro di storia così intimo. La scena che per più di quarant'anni la mia famiglia aveva cercato di dimenticare, andava ricostruita minuziosamente.

Sono ripartito dalla ricerca. Un passo indietro, mi sono chiesto ancora una volta cosa fosse successo quella mattina del 1976. Come un reporter sono andato alla biblioteca nazionale ho consultato ancora una volta i quotidiani dell’epoca usciti il giorno dopo l’attentato.

La nostra memoria è custodita è scolpita lì da quarantaquattro anni.

Conoscevo già molto bene tutta la dinamica dell'attentato, mi mancavano solo alcuni fondamentali dettagli. Non avevo scelta dovevo riaprire quella ferita, riesumando quell'istante sommerso. Ma in che modo? certamente attraverso lo sguardo di Valerio. Ma non bastava.

Mi interessava anche la dinamica dell'assalto narrata come una scena di "guerra" così da autorizzare lo spettatore a smarrire nella pancia lo stesso ansimo di Valerio, avvertendo fino in fondo il suo sollievo una volta ritrovato il suo respiro. Spero di esserci riuscito.

La notte durante la mia infanzia sono rimasto sveglio convinto che l’indomani mattina sarebbero tornati a prendersi mio padre. Molte notti da bambino affacciato alla finestra mentre tutti dormivano. Forse anche questo non l'ho mai raccontato alla mia famiglia".

Trailer

Commenti (7) vedi tutti

  • Grandi intenti, ma esecuzione insipida. Narrazione autoreferenziale scambiata per cinema d'autore. Peccato per Favino. La noia non sarebbe il suo peccato capitale, se sottendesse contenuti che, invece, difettano. La prospettiva del fanciullo è "mostrata", ma non "sentita". Risultato mediocre.

    leggi la recensione completa di Souther78
  • Solita performance da fuoriclasse di Favino per un film equilibrato nel giusto mix di tensione e atmosfere familiari. Terzo lungometraggio di Claudio Noce che, finalmente, anche grazie all'attore di punta del cast, fa centro nell'ottenere il giusto livello di immedesimazione nello spettatore. Storia di coraggio in nome della legge e dell'esempio

    commento di gerkota
  • Siamo alla solita bigiotteria spacciata per cinema d’essai, già vista in Good morning Aman: inutili ralenty, riprese in campo lunghissimo con gli archi della colonna sonora a pieno regime, inserti narrativi pretestuosi, come la parentesi calabrese del film.

    leggi la recensione completa di barabbovich
  • Due ore sprecate, pallosissimo. Ma davvero a Venezia non avevano di meglio per la Coppa Volpi? Peccato, perché stimo Favino, ottimo interprete di moltissimi film.

    commento di paosca
  • Tra racconto autobiografico e dramma umano, molto visionario.

    leggi la recensione completa di Furetto60
  • Adulti e bambini due mondi di tantissimi. Difficile da mettere in cinema.

    leggi la recensione completa di mafara
  • Un Favino spaesato in un film sbagliato e fuori controllo

    leggi la recensione completa di CristianoSalmaso
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obyone di obyone
5 stelle

  Narrano le cronache che Pierfrancesco Favino, già applaudito a Cannes per "Il traditore" e particolarmente a suo agio con personaggi scomodi e complessi, abbia perorato con possanza il proposito di Claudio Noce di raccontare una pagina privata e poco conosciuta della propria storia; abbia creduto senza esitazione nel progetto fino a rivestirne il ruolo di produttore; sia… leggi tutto

7 recensioni sufficienti

Recensioni

La recensione più votata delle negative

barabbovich di barabbovich
2 stelle

La vita di Valerio (Garaci), un bambino romano di dieci anni che tifa per la Lazio e per tutto il film indossa la stessa maglietta biancazzurra, viene turbata da un tentativo di omicidio da parte dei Nuclei Armati Proletari ai danni di suo padre (Favino), un vicequestore responsabile della lotta al terrorismo. Per arginare l’ansia che gli deriva dalla paura che al padre possa accadere… leggi tutto

3 recensioni negative

2023
2023
Trasmesso il 18 luglio 2023 su Canale 5
2022
2022

Recensione

Souther78 di Souther78
5 stelle

Tra dramma sociale e interiore. Sospeso, così, a mezza via viaggia PadreNostro. A chi si domanda se l'arrivo sia "puntuale", verrebbe da rispondere così, su due piedi: no!   L'estrazione autobiografica sembra aver giocato un ruolo decisivo, finendo per dilatare a dismisura una narrazione che potrebbe interessare al suo regista assai più che al pubblico.…

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Trasmesso il 5 settembre 2022 su Cine34
Trasmesso il 4 settembre 2022 su Cine34
Trasmesso il 19 giugno 2022 su Canale 5
2021
2021

Recensione

Raffaele92 di Raffaele92
2 stelle

Favino è, insieme a Toni Servillo, il più grande attore italiano vivente e ogni film lo riconferma. Anche in film mediocri come questo, conserva uno spessore inaudito, un approccio solenne alla performance: è il nostro De Niro (o Pacino, se preferite). Il film però è, appunto, mediocre e non basta Favino a salvarlo. Ad essere desolante è la pochezza…

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Furetto60 di Furetto60
6 stelle

Siamo nel 2020, nella stazione della metropolitana di Roma si verifica un blackout “Respira con la pancia”. Nell’affanno di un attacco di panico, ci sono i segni di un passato che ha lasciato le sue tracce per sempre. Un evento tragico, avvenuto nell’estate del 1976. Mentre tutti i passeggeri evacuano la stazione, due persone si riconoscono, non sappiamo ancora nulla…

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Recensione

mafara di mafara
5 stelle

Forse il tentativo di raccontare un periodo storico attraverso una vicenda anche privata ed in più dalla prospettiva di un bambino, non è completamente riuscita. Il film non è riuscito, almeno per quanto mi riguarda, a tirarmi giù ad altezza bambino forse perché è molto difficile rappresentare l'enofme distanza che separa il mondo semi sconosciuto degli…

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Recensione
Utile per 1 utenti
Uscito nelle sale italiane il 21 settembre 2020
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