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Beckett

Regia di Ferdinando Cito Filomarino

Con John David Washington, Alicia Vikander, Boyd Holbrook, Vicky Krieps, Daphne Alexander, Yorgos Pirpassopoulos, Panos Koronis... Vedi cast completo

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Trama

Durante una vacanza in Grecia, il turista americano Beckett (John David Washington) diventa l'obiettivo di una caccia all'uomo dopo un incidente devastante. Costretto a fuggire per rimanere in vita, Beckett attraversa tutto il paese per raggiungere l'ambasciata statunitense e riabilitare il suo nome, in un crescendo di tensioni mentre le autorità si avvicinano, disordini politici e una pericolosa rete di cospirazioni.

Curiosità

Ferdinando Cito Marino, Luca Guadagnino e John David Washington raccontano il dietro le quinte

Qual è stato il tema centrale che ha ispirato il film?

Ferdinando Cito Filomarino: Beckett è ispirato alle grandi storie di caccia all'uomo del cinema e della letteratura, in cui la posta in gioco è tutta sulle spalle di un singolo personaggio. Io volevo mostrare cosa succede quando l'eroe archetipico è un semplice uomo qualunque. In pratica sono partito da due domande: come si comporta un uomo comune in una situazione estrema come questa? Come farà a sopravvivere?

Luca Guadagnino: Qualche tempo fa Ferdinando voleva portare in scena un'altra storia di caccia all'uomo, ma i diritti non erano disponibili. Ricordo di avergli suggerito di provare a scriverne una lui, visto che conosce così bene il genere. E Ferdinando ovviamente mi ha preso in parola, ecco come è nato tutto. Poi a un certo punto del processo di sviluppo gli ho presentato Kevin Rice e loro hanno cominciato a collaborare alla sceneggiatura.

Quali aspetti dei thriller di caccia all’uomo tradizionale avete cercato di mantenere e quali di capovolgere?

FCF: Ho preso ispirazione dai libri e dai film che amo, come I tre giorni del Condor, Fuggiasco, I trentanove scalini (libro), e dagli elementi tipici del genere come il dramma politico e lo spionaggio, per creare una storia in cui fosse più facile riconoscersi. Di solito le vicende dei thriller di caccia all'uomo hanno un carattere esagerato e fantastico, e protagonisti con abilità e intelligenza quasi sovrumane. Ho fatto tesoro di questi insegnamenti e tenuto vivo il senso di avventura, cercando però di avvicinare il protagonista al pubblico. Infatti, Beckett non è né una spia né un poliziotto, ma una persona normale che cerca di risolvere una profonda crisi personale come farebbe chiunque. L'essenza drammatica del protagonista e il contesto realistico che lo circonda (ispirato appunto a eventi accaduti) potevano rendere la narrazione più verosimile.

LG: Beckett è un film straordinario proprio perché ha un protagonista "sbagliato". Non è un eroe, non è qualcuno che a un certo punto diventa una forza della natura, è una persona comune nel film sbagliato che deve riuscire a sopravvivere. In questo modo il pubblico ha l'opportunità di vedere tutta la fragilità di un uomo che deve affrontare un lutto, ed è bello accompagnarlo attraverso un thriller adrenalinico, avvicinarlo al meccanismo della caccia all'uomo e allo stesso tempo mostrargli il comportamento dell'attore. Questo film non è solo un thriller, ma un eccezionale studio di contrasti.

Beckett è molto diverso dai personaggi che hai interpretato finora, John David. Cosa ti ha incuriosito di lui?

John David Washington: Mi ha colpito la storia di un uomo che combatte per il diritto di vivere e che, spinto dalle circostanze, si impegna al massimo per fare la cosa giusta e diventare la versione migliore di se stesso. È una situazione in cui riesco a immedesimarmi. Cerco sempre di dare il meglio per capire fino a dove posso arrivare e quali sfide posso superare. All'inizio del film Beckett sembra trovarsi di fronte a una svolta della sua vita. Non è una persona ambiziosa, non ha sogni o perlomeno non he ha più. O forse è semplicemente la vita che ha preso il sopravvento. Ma è impossibile sapere di cosa è davvero capace una persona che è in pericolo di vita, perché lo spirito di sopravvivenza ti dà una forza quasi sovrumana. Quindi da un lato provavo ammirazione per Beckett e il suo istinto di sopravvivenza, dall'altro capivo che avrebbe dovuto fare la cosa giusta per sentirsi in pace con se stesso.

Le scene d’azione del film sono interessanti perché costringono il pubblico a tenere presente le capacità fisiche reali di una persona qualunque. Come avete gestito questo aspetto?

FCF: Il protagonista è un personaggio drammatico che si trova catapultato in un thriller, per questo nelle scene d'azione e avventura abbiamo dovuto tenere conto di tutta la fatica, il dolore e il sudore che una persona del genere avrebbe provato. Beckett non è preparato agli eventi che gli capitano, i suoi "piani" non vanno sempre a buon fine. Il senso di avventura emerge proprio quando prevale il suo istinto di sopravvivenza. John David è un attore attento, preciso, ma anche capace di interpretare veri personaggi di genere. Quindi da una parte si è immedesimato completamente nell'ambiente e nelle vicissitudini del personaggio, dall'altra ha insistito per interpretare anche tutte le scene d'azione. Ha realizzato il nostro sogno!

JDW: A parte in due salti davvero troppo alti, non mi sono mai fatto sostituire dagli stunt. Non scherzo! Ferdi mi ha fatto correre come se fossi veramente in pericolo di vita! Mi ha messo alla prova. Beckett non è un marine o un ex militare, è un uno che da giovane magari ha giocato un po' a football, ma che con gli anni non si è preoccupato troppo del fisico. Ed è così che mi sono calato nel personaggio. Non sono andato regolarmente a correre per prepararmi al ruolo. Ho preso un po' di peso e ho pagato pegno, ma fa parte del lavoro! Devo ringraziare la Krispy Kreme con i suoi dolci e tutti gli altri sfizi che mi sono concesso per rendere più credibile la fatica di dover correre a perdifiato.

Com’è stato lavorare al fianco di colleghi incredibili come Alicia Vikander, Vicky Krieps e Boyd Holbrook?

FCF: Alicia Vikander per me è la quintessenza del cinema, è capace di rendere qualunque parte intensa e naturale. Le bastano uno sguardo silenzioso e un sorriso accennato per trasmettere tutta l'energia e l'amore per la vita del suo personaggio, April.

JDW: In questi film l'intesa tra gli attori è essenziale. Di solito bisogna avere un po' di tempo, scambiare quattro chiacchiere per conoscere l'altra persona e calarsi insieme nel ruolo della coppia innamorata. Invece il primo giorno di riprese di Alicia è stato anche il primo giorno che abbiamo trascorso insieme e questo la dice lunga sul suo talento di attrice. Ci eravamo appena conosciuti, ma è andata alla grande perché l'affiatamento è stato spontaneo. Alicia conosceva alla perfezione il suo personaggio e la sua storia, ma sapeva anche di dover definire il suo rapporto con me. Ho apprezzato molto il suo spirito collaborativo e la possibilità di imparare dalla sua lunga esperienza. Lavorare con lei è stato fantastico.

FCF: Cosa dire di Vicky Krieps? Sono rimasto estasiato dalla sua interpretazione in Il filo nascosto, che ho visto al cinema diverse volte. Nel nostro film Vicky interpreta Lena, un'attivista tedesca sempre pronta a combattere per la verità e la giustizia. È un ruolo praticamente cucito su di lei, che con la sua forza e determinazione trasforma Lena in un personaggio reale e di grande ispirazione.

JDW: È una delle mie attrici preferite, devo essere onesto. In Il filo nascosto per me è stata magistrale. Infatti, sul set di questo film mi sono messo a prendere appunti. Ha un talento enorme che potrebbe mettere quasi a disagio, ma invece lei è una persona umile ed estremamente gentile, con cui sono riuscito a instaurare una bella armonia. Abbiamo recitato insieme per diversi giorni e a ogni scena la nostra fiducia reciproca cresceva. È una persona deliziosa, un'artista incredibile e con questo personaggio di grande forza ruba semplicemente la scena.

FCF: E infine: Boyd Holbrook per me è un talento formidabile. È arrivato pieno di idee sul personaggio ed è stato ancora più divertente cucirglielo addosso. Interpreta l'ambiguità di Tynan con una precisione tagliente.

LG: Boyd è un attore incredibile e di grande ispirazione, con uno stile imprevedibile. Sono orgoglioso di dire che coinvolgerlo è stata una mia idea.

JDW: Sono d'accordo, è stata una scelta azzeccata perché Boyd è una delle persone più piacevoli del mondo. È attento, disponibile, lavora con la massima serietà, ma è al tempo stesso divertente e allegro. E poi non ce lo vedresti mai a fare le cose che arriva a fare nel film: anche per questo è perfetto per il suo ruolo.

Cosa vi ha convinto ad ambientare il film in Grecia e in che modo questo Paese ricopre un ruolo chiave nel film?

FCF: La Grecia era un contesto perfetto per tre ragioni. La prima è legata agli elementi del genere che volevamo esplorare: un paese attraversato da tensioni economiche e politiche, dove ambientare un complotto. La seconda è la capacità dei greci di protestare e far sentire la propria voce. Era lo sfondo ideale per il protagonista Beckett, che nel corso della storia si rende conto di dover cambiare e prendere in mano la situazione. Infine, la Grecia ha un territorio vario, con monti e gole spettacolari, fiumi e giungle urbane, che ben si presta a ospitare un viaggio di continua scoperta e cambiamenti.

LG: La bellezza dei grandi thriller con cui siamo cresciuti, i film di Pakula o Sydney Pollack, si nascondeva nella capacità di fotografare le ansie del tempo con l'energia di un genere come questo. Era lo sfondo perfetto, che ha reso la storia ancora più efficace.

JDW: E poi è un paese in cui si è sempre circondati dalla bellezza. La campagna rigogliosa, la gola di Vikos, le cittadine della zona, i monti intorno a Tsepelovo: inserire i personaggi in uno spazio così grandioso dà spessore a un film come questo, aggiunge bellezza alla storia e un barlume di speranza, anche nei momenti più bui, tragici, frenetici e disperati.

Avete scelto attori del luogo per questo film? Com’è stato lavorare con loro?

FCF: Siamo riusciti a lavorare con alcuni dei più importanti attori greci, tra cui il grande Panos Koronis. E alcuni, come Makis Papadimitriou, sono stati così generosi da rendersi disponibili per un ruolo minore ma decisivo.

JDW: Panos, con il suo gran senso dell'umorismo, è stato fantastico. Ferdi ne ha approfittato per trasferire un po' di questa ironia nel personaggio di Panos e fargli interpretare alcuni dei momenti più leggeri, divertenti, e se vogliamo necessari, di questo film.

FCF: Panos è un interprete eccezionale, capace di esprimere il senso del pericolo con un movimento impercettibile degli occhi o una battura nel momento giusto. Sono stati tutti estremamente generosi e felici di partecipare al progetto. Il mio collaboratore Stefanos Koutsardakis mi ha fatto scoprire le zone meno battute e conoscere meglio la cultura locale. Il film è girato in tante location diverse, spesso cambiavamo set anche ogni giorno ed era fondamentale poter contare su una troupe locale per mostrare i luoghi nel modo più vero e accurato. Alla fine, il nostro team contava circa 17 nazionalità diverse tra membri della troupe e del cast. È stato un processo davvero internazionale. E sono felice che Netflix abbia deciso di lanciare il film in contemporanea in tutto il mondo, così gli spettatori di diverse aree geografiche e culture potranno apprezzare questa storia peculiare di un uomo in un paese straniero.

 

Commenti (6) vedi tutti

  • Inseguimenti,corpo a corpo,incidenti....c'e' di tutto con il protagonista che sembra graziato da Dio.Una minchiata.Voto 2.

    commento di ezio
  • Girato in economia. Primi 15 minuti patetici, che si potevano riassumere in 3 minuti, evitando di annoiare lo spettatore. Dopo di che parte un certo ritmo e, per quanto molte situazioni poco credibili, nel complesso il voto è un appena sufficiente. Guardabile se non c'è altro.

    commento di Yusaku87
  • Nonostante i pessimi attori,è un thriller avvincente con scene d'azione vintage cioè credibili.(4 stelle).

    leggi la recensione completa di videodrim72
  • Purtroppo l'assurdità della trama non è mai controbilanciata dalla scrittura e questo fiume in piena più che travolgere distrugge tutto.

    commento di chiaradash
  • Togliendo i primi 10 minuti di inutili chiacchiere, il film poi tiene il ritmo anche se ci sono parecchie scene inverosimili.

    commento di gruvieraz
  • Veramente bello! Nel suo genere un film come non se ne vedevano da tempo. Trama ben tessuta senza buchi e sfondoni. Voto 8 su 10!

    commento di D4D3
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La fuga di Beckett è un susseguirsi assurdo di situazioni frustrate, in cui non esiste posto sicuro, e quello che ne ha la parvenza viene polverizzato in pochi minuti, spesso con lampi di violenza traumatica sorprendenti. Ferdinando Cito Filomarino guarda a Pollack e a Hitchcock, stende le sue scene su un tessuto-soundtrack impressionante (che viaggia fra citazioni illustri a Penderecki e…

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