Regia di Michael Zampino vedi scheda film
Buona qualità filmica grazie anche alla maiuscola interpretazione di Popolizio (aiutato da un cast all’altezza) e alla notevole sceneggiatura, a cui ha messo mano anche Heidrun Schleef (leggi: Nanni Moretti), impreziosita da un’intrigante piega gialla.
Il top manager (Popolizio) di una grande azienda impegnata nelle stazioni di rifornimento autostradali, un affarista ambiziosissimo e senza scrupoli, dopo l’ennesimo gioco di prestigio finanziario viene sostituito da una giovane ingegnera francese col pallino dell’ecologia (Denys). Complice, suo malgrado, un compaesano male in arnese e con un passato galeotto (Marchioni), il manager causa la morte della donna. La situazione, a quel punto, sembra sfuggirgli di mano.
Nel vuoto pneumatico di un anno di pandemia, ecco finalmente una delle rare opere di un qualche pregio sbarcate sulle piattaforme streaming. A dirigerla è Michael Zampino, qui al suo secondo lungometraggio dopo l’apprezzato L’erede, di dieci anni prima. Gli esiti parossistici dell’arrivismo finanziario sono raccontati con uno stile asciutto e nitido (siamo dalle parti di A casa nostra, di Francesca Comencini, ma con una trama decisamente più lineare), con una precisa messa a fuoco del gioco delle parti in cui tutti si sottraggono anche alla più elementare etica pur di inseguire il proprio tornaconto personale. Merito della qualità filmica sono anche la maiuscola interpretazione di Popolizio (aiutato da un cast all’altezza) e la notevole sceneggiatura, a cui ha messo mano anche Heidrun Schleef (leggi: Nanni Moretti), impreziosita da un’intrigante piega gialla.
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