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Son-Mother

Regia di Mahnaz Mohammadi vedi scheda film

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La recensione su Son-Mother

di supadany
8 stelle

Festa del Cinema di Roma 2019 - Alice nella città.
Ci sono delle decisioni che non vorremmo mai dover prendere. Delle scelte che non contemplano tra le opzioni una casella con la risposta esatta, disponendo in ogni caso di pro e contro.
In una circostanza del genere, il tempo non porta il proverbiale consiglio. L'imbuto si stringe impietosamente e l'acqua sale fino alla gola, costringendo ad agire in direzione del male minore, sperando che il fato ci metta una pezza.
Una speranza che raramente si concretizza in qualcosa di buono.
Dopo essere rimasta vedova, Leila (Raha Khodayari) ha combattuto con tutte le sue energie per crescere Amir (Mahan Nasiri), un bimbo di dodici anni, e la figlia minore, lavorando in fabbrica e dedicando il poco tempo libero alla famiglia.
Quando è a un passo dal perdere il posto di lavoro e la sua situazione economica è ormai al collasso, Leila deve prendere in seria considerazione la proposta di matrimonio del premuroso Kazem (Reza Behboodi), nonostante includa una condizione gravosa, impossibile da accettare.

 

Raha Khodayari, Mahan Nasiri

Son-Mother (2019): Raha Khodayari, Mahan Nasiri


Sceneggiato dal critico, nonché regista, dissidente Mohammad Rasoulof e diretto da Mahnaz Mohammadi, attivista infaticabile e documentarista interessata ai problemi sociali, Son-mother è un dramma lacerante, strutturato su una doppia angolazione, determinata dal possesso della patata bollente.
Così, il primo capitolo pedina Leila, con il suo travaglio chiaramente visibile agli occhi degli astanti, collocata com'è tra l'incudine e il martello, stretta in una morsa spietata.
Il secondo passa sulle spalle del piccolo Amir, vittima di una scelta inevitabile, costretto ad attendere una svolta che nessuno può assicurare, che forse non accadrà mai.
Tramite questa confugurazione, Son-mother è sempre nel cuore della sofferenza primaria, smembrando l'immagine di una società patriarcale, nella quale la religione domina dall'alto senza conoscere avversari, con regole immutabili e incontrovertibili. Il resto deriva dalle malelingue, per cui, soprattutto se sei una donna non maritata, non puoi permetterti una piena libertà di scelta. Sarai sempre giudicata, il più delle volte senza cognizione di causa, nel nome di una legge superiore che non concede attenuanti, nemmeno nei casi disperati, neanche quando il destino ti ha già punito a sufficienza.
La regista Mahnaz Mohammadi allestisce un affresco lucido e di aspra polemica contro il sistema, per poi gestirlo senza inflessioni, senza indorare la pillola anche quando adotta un altro punto di vista.
Un modo inappuntabile per dare completezza a un'analisi spietata e consapevole.
Straziante e di gran classe, integro fino al midollo.

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