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The Hunt

Regia di Craig Zobel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Hunt

di axe
6 stelle

Un gruppo di sconosciuti, dall'aspetto di persone qualsiasi, è rapito e trasportato in una sconosciuta località di campagna, con una correggia di cuoio sulla bocca. I personaggi si riuniscono, si liberano della correggia, e trovano delle armi, ma sono subito fatti bersaglio di ignoti, che scatenano nei loro confronti una caccia spietata. La maggior parte di loro è massacrata all'istante. Altri resistono un po' di più; solo una donna, Crystal, riesce a sopravvivere e far luce sul mistero. Il regista Craig Zobel dirige un'opera originale, riuscendo piacevolmente a sorprendermi. Fino a tutto il primo quarto d'ora ero tentato di sospendere la visione, convinto che si trattasse del classico "gioco al massacro" raccontato secondo il consueto canovaccio per il quale alcuni innocenti sono fatti a pezzi da ricconi spregiudicati ed annoiati per puro divertimento, con una delle vittime designate che sopravvive e si trasforma in giustiziere. Poi, un lento rilascio di dettagli ed informazioni mi ha incuriosito, dimostrando che il copione è, certamente, più o meno quello, ma, che le vittime designate non sono state scelte a caso, ed i carnefici sono stati a loro volta vittima di grave ingiustizia. Erano infatti persone estremamente ricche e potenti, scalzate dalle loro posizioni di comando a causa di un grave "bombardamento mediatico" scatenato sui social network da voci "complottiste". Travolti dalla "macchina del fango", depauperati, colpiti nella loro stessa integrità mentale, per accuse assurde ed infamanti, gli ottimati si vendicano attuando quel piano che era stato loro attribuito. Individuano e selezionano alcuni tra i loro accusatori sul web, li fanno rapire, li trasportano in una terra lontana, afflitta da altri problemi, e rendono in forma materiale ai "leoni da tastiera" il massacro che loro avevano realizzato mediante gli strumenti di comunicazione, con uno stillicidio quotidiano di falsità e calunnie. Il regista non giustifica i carnefici, ma lancia una forte invettiva contro chi, tramite il "chiacchiericcio mediatico" li ha tratteggiati quali le persone che sono diventate, spregiudicate, all'apparenza radical-chic, in realtà completamente amorali, pronte ad utilizzare le loro ingenti risorse economiche a fini malvagi. Non a caso, la protagonista, unica superstite, è completamente estranea a questa dialettica, essendo stata coinvolta per uno scambio di persona. Crystal è ben interpretata da Betty Gilpin; donna energica, contemporaneamente riflessiva e pronta all'azione, dall'indole dura la quale tradisce un passato non semplice. Ho apprezzato i temi trattati e l'originalità della trama, ma non altrettanto la messa in scena; buona parte del film è occupata comunque da massacri, inseguimenti, spargimenti di sangue. Una serie di eventi sembra preordinata a far "tornare i conti" al regista. Lo scontro finale, nonostante l'esito scontato, va avanti fin troppo a lungo. Le ambientazioni non hanno particolare varietà; Arkansas e penisola Balcanica, sembrano lo stesso luogo. L'intera opera è permeata da un surrealismo che consente di non prendere personaggi e vicende fino in fondo sul serio. Il regista fa molto uso di citazioni; sono presenti riferimenti alle opere di George Orwell; alcune sequenze ed "eccessi" chiamano alla memoria lo stile di Tarantino. Mi ha colpito, tra l'altro, la citazione del film "L'Ultima Alba", con Bruce Willis - non proprio apprezzato dalla critica - in relazione al ruolo del consulente militare del gruppo degli ottimati. Opera originale, si rivela allo spettatore un po' per volta, esponendo una precisa critica al "complottismo" dilagante ed i suoi sostenitori, persone, in fondo, qualunque, probabilmente inconsapevoli delle possibili conseguenze delle loro, apparentemente innocue, azioni.

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