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Il buco

Regia di Galder Gaztelu-Urrutia vedi scheda film

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La recensione su Il buco

di IlGranCinematografo
8 stelle

I personaggi sono tutti ben sbozzati e la logica dell'homo homini lupus e del consumismo capitalista si staglia in tutta la sua franchezza.

 

Le coordinate sono quelle della fantascienza distopica e classista organizzata in verticale (il cui capostipite fu Metropolis), con al centro dei vari "livelli" una tavola imbandita con vivande di ogni sorta che staziona brevemente in ognuno dei piani dell'edificio per poi scendere al successivo. Il décor ammicca a quello di Cube – Il cubo, ma la sporcizia (visiva e contenutistica) viene dagli anni Settanta (vedasi 2022: i sopravvissuti), con una spietatezza che è ancora più terribile in quanto coscientemente e cinicamente esibita, perché la prassi di ognuno degli inquilini è sputare sugli avanzi che andranno a quelli più in basso di loro e offendere quelli più in alto per aver fatto altrettanto. E a causa dell'ingordigia dei "privilegiati" alla vetta del complesso, quelli degli ultimi "livelli" sono costretti a ricorrere a mezzi estremi di sostentamento (assassinio e cannibalismo). Ma le immagini degli chef e dei violinisti ai piani alti sono più terrificanti di quelle della carne sanguinolenta. Il dilemma è il seguente: può nascere spontaneamente una qualche solidarietà che spinga gli uomini a razionare le risorse a disposizione in modo che tutti ne godano? Oppure è la costrizione coatta da parte di un Messia la sola strada che possa portare a un po' di ordine? E soprattutto: chi è il responsabile degli omicidi che si commettono per sopravvivere? Il singolo oppresso o il sistema che opprime? Il regista Galder Gatzelu-Urrutia costruisce l'oppressione claustrofobica quasi solo sui primi piani – il che è spiazzante – e tiene vivo l'interesse con un'inventiva costante e galvanizzante, svelando i segreti gradualmente e aprendosi a sprazzi inattesi di humor nero e sardonico. I personaggi sono tutti ben sbozzati (non solo il protagonista ma anche i diversi "ospiti" con cui è costretto a dividere di volta in volta la cella, a partire da un anziano con un coltello) e la logica dell'homo homini lupus e del consumismo capitalista si staglia in tutta la sua franchezza. Splendido finale sospeso, da molti ingiustamente criticato. "Piccola" produzione spagnola reperibile su Netflix che ha fatto molto parlare di sé (e per una volta, in effetti, c'è da esserne contenti).

Sadica colonna sonora di Aranzazu Calleja che spesso mima i rumori delle stoviglie.

Voto: 8 — Film OTTIMO

 

scena

Il buco (2019): scena

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