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La dea Fortuna

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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La recensione su La dea Fortuna

di robertoleoni
8 stelle

…nel film c’è una splendida canzone di Mina intitolata Luna Diamante ed è una scelta molto felice perché il film è davvero come un diamante che splende e nasconde la fragilità dei sentimenti…

Nell’antichità ricchezza, prosperità e fortuna si associavano sempre e nelle città greche c'erano almeno venti o trenta templi dedicati alla Fortuna, il cui culto aveva molta “fortuna”…

I romani, invece, avevano la Fortuna Primigenia, cioè la nata per prima: sia nata per prima come come figlia di Giove, sia nata prima di tutti gli dei. Addirittura lei stessa partoriva Giove ed infatti era rappresentata come una dea con in braccio questo piccolo Giove, chiamato il Giove Puer, il Puer Arcanus cioè il bambino che custodiva l’Arca. Nel famoso straordinario e bellissimo tempio della Fortuna Prenestina - un tempio su sei piani con sei terrazze, sul quale i Barberini nel 1500 hanno costruito un incredibile palazzo – su una delle terrazze c'era un pozzo dove il Puer Arcanus raccoglieva le sorti: raccoglieva dal fondo pezzettini di legno scritti in una lingua arcaica, quasi come nell’I Ching, il sistema divinatorio cinese con i responsi ottenuti tramite i bastoncini di Achillea. Perché il mondo è sempre lo stesso e dovunque c’è desiderio di interpretare la fortuna.  La presenza del bambino “divinatorio” ritorna anche nel film di Ferzan Ozpetek “La dea fortuna” perché, cosí come per gli antichi questo bambino era ricchezza o era colui che interpretava l'arcano, anche qui l'arrivo di due bambini improvvisamente fa esplodere la coppia dei due uomini protagonisti, una coppia ormai stanca, ormai logorata da un amore che è diventata un'abitudine e che sta lentamente morendo tra piccoli tradimenti, bisticci e liti.

I due personaggi principali del film sono interpretati da Edoardo Leo e da Stefano Accorsi.

Il primo in questo film compie un ulteriore balzo in avanti nella sua carriera, uscendo dal solito schema dolce-amaro di commedia sentimentale oppure di commedia ironica e dirompente per assumere invece un ruolo diverso, serio, vissuto, molto reale, con un suo strano fascino animale di grande suggestione.

Invece, Stefano Accorsi in una delle sue prove migliori è veramente calato nel personaggio del secondo elemento della coppia. Mentre Leo è un operaio un po’ rozzo, però buono, diretto, molto romano e molto “volemose bene”, Accorsi è nordico, serio, pulitino, educato. Sono la coppia perfetta perché sono due estremi che si uniscono.

Però, Accorsi ha la capacità di rimanere dentro il suo personaggio, scelto con grande finezza da Ozpetek, ‘ingessato’ e quando ne esce, lo fa in maniera isterica proprio a testimoniare la fragilità di questa corazza quotidiana. Su questi due personaggi che in realtà secondo il discorso di Ferzan Ozpetek rappresentano la vita di ogni coppia, che sia uomo-uomo, uomo-donna o donna-donna, quindi sono un simbolo dell'amore in generale, piomba questa loro amica interpretata da una deliziosa, struggente e appassionata Jasmine Trinca che deve ricoverarsi per alcuni esami clinici. Lei è sola con due bambini di due padri diversi, si vede che è alla fine di alcune traversie, è la tipica ragazza che ha vissuto molto e anche con molta leggerezza e adesso improvvisamente si trova di fronte a problemi concreti, reali, molto forti e immediati. Quindi con grande intelligenza e sensibilità si avvicina ai nostri due protagonisti e rifila, come si dice a Roma, cioè lascia in deposito i figli per fare queste analisi.

Questi due bambini con grande e improvvisa allegria e sorprendente capacità rivoluzionaria all'interno della coppia, proprio con il loro candore, proprio con la loro filosofia spicciola, proprio con il modo diretto di affrontare le cose mettono i nostri due personaggi di fronte alle loro verità, rivelandoli completamente per quello che sono al di là delle maschere quotidiane. E come accadeva per il Puer Arcanus che cambiava le sorti della fortuna primigenia, così questi due Pueri Arcani cambiano le sorti di questa coppia, rivelando prima che ormai è completamente logorata e poi che esiste una possibilità nuova, diversa: una suggestiva e imprevista, anarchica rinascita.

Un altro elemento importante del film è la colonna sonora dove c'è una splendida canzone di Mina intitolata Luna Diamante ed è una scelta molto felice di Ozpetek perché il film è davvero come un diamante che splende e nasconde la fragilità dei sentimenti che sono all'interno. Infatti, l'amore splende ma può rompersi e può distruggersi in un istante; è durissimo, ma nello stesso tempo è fragilissimo e proprio per questo è un miracolo.

Questo miracolo, questo pizzico di magia è all'interno di tutto il film.

Purtroppo è il pizzico di magia che, a mio giudizio, è mancato nel film di Garrone ed è straordinario come Garrone in una favola non ha messo la magia, mentre invece Ozpetek raccontando una storia vera ha conservato e ha trovato questo piccolo diamante di magia e questo è molto suggestivo.

 

Se vi interessa la videorecensione completa potete trovarla qui:

LA DEA FORTUNA videorecensione di Roberto Leoni

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