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Strade perdute

Regia di David Lynch vedi scheda film

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ArwenLynch74

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La recensione su Strade perdute

di ArwenLynch74
10 stelle

Un uomo seduto nell'oscurità della sua casa, sente suonare il citofono, si alza e schiaccia il bottone: Dick Laurent è morto, ma chi è che ha mandato questo messaggio?

La risposta si avrà alla fine, ma non sarà certo una fine lineare come tutto il pubblico si aspetta.

David Lynch nel suo primo film complesso, dopo la rivelazione con Twin Peaks, scrive insieme a Barry Gifford un road movie nerissimo, dove Fred Madison - L'uomo di cui parlo all'inizio della recensione - si trova accusato di omicidio, ha ucciso la moglie...ma aspettiamo dobbiamo tornare un pochino indietro, da quel mistery man, incontrato al party di Andy, amico particolare della moglie, che gli fa notare di essere a casa sua, in una delle scene più iconiche del film, poi arrivano delle strane e inquietanti videocassette, che mostrano l'interno della sua casa, lui e la moglie mentre dormono e alla fine l'omicidio di Renée, sua moglie, per cui viene condannato a morte e rinchiuso in prigione, e qui avviene la metamorfosi, il cambio di identità e diventa Pete Dayton, giovane che non ha freni inibitori, è libero e a letto ci sa fare, tutto il contrario di Fred, è ovviamente un altra realtà, e da questa realtà incontra Alice, clone biondo di Renée, che lo convince a fare un colpo...

Non si può ovviamente spiegare tutto, ma questo film è ovviamente un delirio in piena regola, e lo dico in maniera positiva del termine, lasciatevi travolgere dalle immagini di strade perdute, non ne uscirete indenni ve lo assicuro io, allo stesso tempo, Lynch ci mostra come attraverso diverse realtà, si possono raccontare i nostri desideri più intimi e nascosti, cos'è che vogliamo veramente, cosa ci porta ad essere quello che siamo, quali sono i nostri timori e le nostre paure? Questi sono gli interrogativi che attraversano questo sorprendente film, che lo dico fin da subito è per molti ma non per tutti, come la quasi maggioranza delle opere del regista di Missoula.

La prima volta che l'ho visto non ci ho capito un accidenti, mi ci sono voluti parecchi studi e soprattutto confronti per capirlo davvero, ma una volta compreso, vi assicuro che è stata una delle pellicole che ho visto a ripetizione.

David Lynch cita il cinema di hitchcock, soprattutto la donna che visse due volte, Renèe/Alice è interpretata da una bravissima Patricia Arquette, per la prima volta in un ruolo oscuro e inquietante, è una dark lady promisqua, di quelle che solo un regista come David Lynch è capace di creare.

Un film innovativo, complesso, bisogna approcciarsi in maniera libera come tutte le ultime pellicole di Lynch, e soprattutto lasciarsi trasportare dalle immagini, cercando tu stesso una tua interpretazione alla storia.

 

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