Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Un cinema scomodo e difficile quello proposto da “The Lighthouse”. Una di quelle visioni che scardinano lo spettatore dalla comfort zone in cui tutto è cristallino, frontale e accessibile. La seconda fatica di Robert Eggers è infatti proprio l’opposto: ambiguo, deduttivo ed ermetico. Ma non deprecabile, insignificante o tedioso. Andiamo però oltre gli aggettivi: “The Lighthouse” ci mostra un’umanità menzognera, sporca e avida, circoscritta in uno spazio talmente desolato e desolante da potersi quasi definire apocalittico, un luogo senza donne e per certi versi senza tempo. Questo è il film, fondamentalmente. Con pioggia di rimandi e allusioni alla mitologia, strizzate d’occhio a Lovecraft e alla letteratura alta, dialoghi allucinati annebbiati dal delirio.
Quindi? Talento spontaneo e sincero o vanità autoriale pretenziosa? È l’eterno dilemma di tanto (troppo) cinema contemporaneo e qui l’effetto scaturente è una generale sensazione di irresolutezza. Però le atmosfere, cupe e bélatarriane, rimangono appiccicate addosso e Pattinson e Dafoe sono ancora una volta fenomenali.
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