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Boogie Nights. L'altra Hollywood

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Boogie Nights. L'altra Hollywood

di chinaski
8 stelle

Fantastica ricostruzione di un periodo (fine anni settanta - primi anni ottanta), ma soprattutto di un ambiente e di un modo di vivere ormai scomparsi. Raccontando la parabola della carriera di un giovane attore porno, P.T. Anderson sviluppa una storia corale che ricorda Altman, ma che è la prova generale per il successivo Magnolia. Il racconto si frammenta nei tanti volti dei personaggi che il regista segue. Ognuno affronta la vita a proprio modo, dovendo però alla fine, inevitabilmente, fare i conti con le proprie scelte.
Nella prima parte del film si respira molta aria degli anni '70. Jack Horner, oltre ad essere un regista di quelli che lui chiama film per adulti, è anche il "padre" di una famiglia particolare. Una sorte di comune, una famiglia allargata in cui trovano rifugio persone che hanno naufragato nelle loro vere farmiglie. Sembra che tra loro i sentimenti siano sinceri e reali. Sembra una sorta di idillio. Dove le persone pensano prima di tutto a divertirsi. A sapersela godere. Tra feste in piscina e riprese a luci rosse. Locali notturni e soldi a palate.
Ma il sogno (tutto americano) conoscerà presto la sua fine. Il suo declinio. Nel film questo passaggio è segnato dallo scoccare della mezzanotte tra il 1979 e il 1980. Il nuovo decennio porterà con sè la perdita di quei "valori" che avevano intessuto i legami tra i personaggi. Tra piste d cocaina, paranoie vibranti e scherzi del destino, ognuno di loro assopererà il declinio e il fallimento. Qualcuno riuscirà a superare le proprie sconfitte, altri ne rimarranno vittime.
Anderson segue i suoi personaggi e intreccia le vicende. Fonda il suo racconto cinematografico sua una coralità efficente ed emozionate. Tramite scelte stilistiche ben precise (uso del piano sequenza) riesce a rendere i movimenti di macchina funzionali alla finalità del racconto. Quella di mostrare più situazioni che accadono contemporaneamente.
Il film è anche una riflessione sul mondo della pornografia. Su come, al finire degli anni settanta, fosse vissuta con una dignità professionale. Non era solo sesso. Erano sentimenti. Erano film per adulti. Poi con l' arrivo degli anni ottanta, con l' avvento del vhs e l' abbandono della pellicola nasce la vera pornografia. Che significa commercializzazione del sesso. In cui è la quantità del materiale prodotto che conta. In cui la violenza prende il sopravvento.
Interessanti e molto divertenti sono le ricostruzioni dei telefilm o dei filmati dell' epoca. Che ripropongono un' esteticca visiva propria dei telefilm anni ' 70.
Inoltre, grandissima, mi sembra la conclusione del film. Fare un film sul mondo della pornografia senza mai far vedere una vera e propia scena di sesso è una scelta rischiosa. Ma chiudere il film con il cazzo del protagonista è veramente da folli. E geniale allo stesso tempo.
Anderson quindi si rivela avere un' ottima padronanza del mezzo cinematografico. I suoi film sono sempre vivi, carichi di emozioni e soprattutto inaspettati. Circondato da attori bravissimi (molti dei quali ritorneranno in Magnola e Punch Drunk Love) tra cui un sorprendente Burt Reynolds nei panni di Jack Horner.
Il regista firma un film appassionante e divertente ma sopprattuto un affresco di un epoca che aveva veramente dato la speranza, nel bene e nel male, di un nuovo modo di poter vivere.

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