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Scappo a casa

Regia di Enrico Lando vedi scheda film

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La recensione su Scappo a casa

di Furetto60
4 stelle

Aldo Baglio si cimenta in una prova cinematografica da "solista" , ma i risultati sono deludenti

Michele, alias Baglio, è un italianissimo maschio latino, scapolo incallito, donnaiolo seriale, per abbordare, ostenta un auto di lusso, che però è di proprietà dell’officina presso cui fa il meccanico, ed è un concentrato di vizi italici, quindi superficiale e vanesio, tipico furbetto del quartierino, che sistematicamente si approfitta delle situazioni, a discapito degli altri, cinico ed egoista passa ore in palestra a cercare di gonfiarsi, e trascorre il suo tempo libero in frivolezze, dedito ad una vita godereccia e spensierata, frequenta chat di incontri, per fare sesso senza coinvolgimenti sentimentali, simula una folta capigliatura indossando un ridicolo parrucchino. Odia l'uomo comune che "si pone dei limiti e fa il pieno di frustrazioni", è un convinto sostenitore della "diseguaglianza ingiustificabile", dunque è un razzista, intollerante, che non accetta il diverso, in particolare il negro. Il destino, però, è beffardamente in agguato. Si reca a Budapest per lavoro, sostituendo un suo collega infortunato surrettiziamente, in sostanza allo scopo di rimorchiare le belle donne del luogo. Solo che alcuni malviventi locali, con un piccolo trucco, lo derubato di tutto, auto, documenti, telefono soldi e perfino l’orologio, quando chiede aiuto alla polizia, viene arrestato. Inizia così il suo calvario, scambiato per un clandestino, viene smistato fra centri di respingimento più che di accoglienza e distretti di polizia ostili agli stranieri, prova sulla sua pelle, la diffusa xenofobia, che sta prendendo piede un po’ dovunque. Si ritrova coinvolto in questa paradossale situazione, insieme a due compagni di sventura, la bellissima Fatou N'Diaye e Mugambi un medico, entrambi africani. Dapprima sono scintille, poi fa buon viso a cattivo gioco e insieme si alleano per una fuga rocambolesca e un viaggio improbabile, per cercare di tornare in patria. I suoi incontri e scontri lo costringeranno a riconsiderare i valori della vita e a rimettere in discussione ciò in cui aveva creduto fermamente. Aldo Baglio senza i suoi storici partner artistici, si cimenta in questa commedia a sfondo sociale, ma il risultato non convince. La comicità surreale del protagonista, orfana delle consuete spalle, non funziona. La sceneggiatura peraltro inadeguata non lo aiuta, il film non decolla. Il tema del razzismo e dell’intolleranza potenzialmente carico, per la sua drammatica attualità, è trattato con un tono inadeguato e non riesce a incidere, più di tanto.Menzione a parte per la Finocchiaro che è sempre strepitosa.

 

 

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