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L'amerikano

Regia di Costa-Gavras vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amerikano

di Donapinto
8 stelle

In un non ben precisato piccolo stato latino- americano, governato da un regime reazionario, il funzionario americano Philip Michael Santore (Yves Montand) viene sequestrato da un gruppo armato d'opposizione. Ben presto si scopre che quest'uomo e' un agente della CIA fortemente colluso con il regime al potere.                                                                                                                                                                    Erano anni che desideravo vedere questo film, pressoche' introvabile e quasi mai trasmesso in TV. Grazie a un mio collega di lavoro ci sono riuscito, nonostante una pessima qualita' video. Il regista Costantin Costa Gavras e' un cineasta greco che ha costruito la sua grande carriera cinematografica all'insegna dell'impegno civile e politico. Il suo film-manifesto e' senz'altro Z-L'ORGIA DEL POTERE del 1968, film sulla nascita del regime dei colonnelli in Grecia, una produzione francese come lo sono la maggior parte delle sue opere, senza dimenticarsi di tre film americani, MISSING del 1982 (palma d'oro a Cannes) sul golpe militare in Cile, MUSIC BOX-PROVA D'ACCUSA del 1989 (orso d'oro a Berlino) sul processo a un membro delle croci frecciate e il sottovalutato BETRAYED-TRADITA del 1988, viaggio nel sottobosco dell'odio xenofobo nell'America rurale. Il paese che ci viene presentato ne L'AMERIKANO altro non e' che l'Uruguai del presidente ultraconservatore Jorge Pacheco Areco, i guerriglieri di estrema sinistra che ci vengono descritti sono i Tupamaros, e il cittadino americano sequestrato altri non e' che Anthony Dan Mitrione, membro della CIA che venne realmente sequestrato e giustiziato dai Tupamaros. Forse per qualcuno un film del genere potra' risultare piuttosto datato e superato, la mia opinione e' che invece a distanza di ormai quasi 50anni questa pellicola mantiene inalterata la sua efficacia, con un Costa Gavras che con il suo consueto stile secco, preciso e quasi documentaristico,  ci mostra una realta' un po' troppo velocemente dimenticata, quella delle dittature fasciste in America-Latina, dei desaparecidos e delle torture, che ha visto negli Stati Uniti D'America il loro maggiore alleato. Infatti la specialita' di Santore, interpretato da un intenso Montand, era quello di esportare "l'arte" della tortura in questi paesi. Il film inizia con polizia e militari in fibrillazione, cercano qualcosa, infatti presto troveranno il cadavere di Santore all'interno di un'auto. I Tupamaros avevano proposto uno scambio: la sua liberta' per la scarcerazione di tutti i dissidenti politici. Purtroppo il regime arresta alcuni pezzi grossi rivoluzionari e si fa forte di questa vittoria, dunque non accetta piu' le condizioni. Il seguito lo si puo' immaginare. Il finale ci mostra il sostituto di Santore che viene ricevuto all'aereoporto dai militari, mentre alcuni individui (Tupamaros) assistono alla scena e individuano cosi' la prossima vittima. Oltretutto e' impressionante come l'episodio narrato in questa pellicola che si ispira alla realta', sia pressoche' identico con quello accaduto nel nostro paese nel 1978 con il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro, che aime', di certo non era un torturatore come Anthony Dan Mitrione. Paradossalmente il film venne girato nel Cile socialista di Salvador Allende, poco tempo prima del colpo di stato militare del generale Pinochet. E' normale dopo aver visionato questo bel film di Gavras, fare il paragone con altre opere, ad esempio proprio con MISSING, che ad oggi reputo il suo miglior film, ma anche con lo stupendo GARAGE OLIMPO di Marco Bechis, il misconosciuto LA NOTTE DELLE MATITE SPEZZATE di Hector Oliveira e il dramma omoerotico di ambiente carcerario IL BACIO DELLA DONNA RAGNO di Hector Babenco, anche se in quest'ultimo il discorso politico e' un po' piu' trascurato. Volevo spendere anche due parole per il suo bel BETRAYED-TRADITA con Debra Winter e Tom Berenger, film inspiegabilmente snobbato da pubblico e critica, certo non la sua miglior pellicola, ma e' un ritratto agghiacciante di cosa puo' nascondersi dietro le cosi' dette "persone normali", senza dimenticarsi anche dell'ambiguita' che viene spesso mostrata dalle autorita'.

 

 

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