Regia di David Evans vedi scheda film
Trasposizione cinematografica del romanzo che diede la fama a Nick Hornby. Buona la resa del mondo del calcio e dei suoi sfegatati fans, ma il lato romantico della vicenda deborda e Colin Firth non è certamente la scelta più azzeccata per il ruolo del protagonista.
Da un romanzo di Nick Hornby, il romanzo che gli regalò la fama per essere più precisi, un film non esattamente esaltante sebbene sceneggiato dallo stesso Hornby. Abissali le differenze tra libro e film, con quest'ultimo che vira decisamente verso la love story, per sui generis che sia, snaturando lo spunto da cui il tutto nasceva. A difesa di Hornby e del poco noto (prima e dopo) regista David Evans va detto che così com'era strutturato “Febbre a 90º” sarebbe stato probabilmente impossibile da portare in scena, ma d'altro canto, non mi pare che esistano leggi per cui ogni romanzo di successo deve si o si esser trasformato poi in pellicola. In ogni caso, entrando nel merito, il meglio che il film ha da offrire, straordinaria colonna sonora a parte, è la buona resa del significato ultimo di essere tifoso, vale a dire, un cuore straboccante di passione, oppure -secondo il punto di vista del “definitore”- una vittima di insana ossessione. In questo è evidente che Hornby sa di quel che parla. Peccato però per la stucchevole e omnipresente love-story che finisce col trasformare quella che sarebbe potuto essere un buon mix di commedia e dramma sportivo in una commedia romantica stagliata su uno sfondo sportivo. Non felice poi anche la scelta degli interpreti, in particolar modo Colin Firth che sebbene sia un signor attore sarebbe probabilmente l'ultimo nome a cui avrei associato il personaggio di Paul Ashworth. Il film vanta un remake hollywoodiano, realizzato nel 2005, con gli USA al posto dell'Inghilterra, il baseball al posto del calcio, e Jimmy Fallon al posto di Colin Firth.
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