Regia di Joe Wright vedi scheda film
Scorrendo la filmografia di Joe Wright ci accorgiamo che in ogni sua pellicola sembra intenzionato a scovare la parte più intrinseca dell’animo umano. Quella lasciata nell’angolo più recondito del nostro essere e, ogni volta, sembra riuscirci inesorabilmente. Anna è agorafobica e da qualche tempo si è ormai trincerata in casa sfuggendo da ogni pericolo, almeno fin quando il pericolo non viene a scovarti fin dietro la porta di casa.
Anna è una sempre bravissima Amy Adams che carica attraverso lo sguardo e la sua immensa capacità recitativa, una situazione stremante rendendola tale; ad affiancarla ci sono due comprimari come Gary Oldman e Julianne Moore che però compaiono troppo poco sullo schermo, talmente poco che ad un certo punto finisci per perdere di vista anche la stessa, notevole, Adams e agogni il loro ritorno davanti alla macchina da presa.
Se nelle precedenti pellicole di Wright la prevedibilità non si palesava troppo spesso, qui, in questo tentativo di cucire un thriller attorno ad attori che sanno ben fare il loro mestiere, sembra perdersi nei meandri del racconto e tra un intreccio e l’altro finisce per lasciare troppi indizi rivelatori.
La pellicola, che comunque parte benissimo e si svolge ancor meglio, ad un certo punto inizia a girare su se stessa, riproponendoci più volte una diversa prospettiva di situazioni ormai venute allo scoperto, lasciando l’impressione di possedere una sceneggiatura con diversi punti deboli che confluiscono in un finale che si lascia guardare con perplessità, non permettendone il giusto godimento.
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