Espandi menu
cerca
Regalo di Natale

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Serum

Serum

Iscritto dal 23 ottobre 2018 Vai al suo profilo
  • Seguaci 7
  • Post -
  • Recensioni 286
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Regalo di Natale

di Serum
8 stelle

Cinque personaggi, un lungo preambolo che mette in luce in modo semplice quanto intelligente i rapporti che intercorrono fra essi (qualcuno si odia, qualcuno ha problemi economici, qualcun altro sopravvive parassitando gente altolocata), e poi si comincia a giocare una partita in cui la posta diventa sempre più alta, e l'eventuale perdita via via più pericolosa. Franco lo dice sin dall'inizio che c'è qualcosa di strano in un uomo che sembra divertirsi a perdere, ma anche se fa di tutto per non darlo a vedere, anche se la parte razionale di lui gli dice che qualcosa non va, lui ha bisogno di quella partita quanto ne hanno bisogno gli altri e forse ancora di più: è l'unico modo per tentare di afferrare l'ultimo bagliore di una giovinezza che se n'è andata alla zitta, portandosi via la spensieratezza e le amicizie del passato, e lasciando al loro posto un presente fetido, solitario, strangolato da una quotidianità falsa, costruita su continui ripieghi e ricatti morali. E neanche i primi campanelli d'allarme sono sufficienti a farlo desistere (la sensazione di star vincendo troppo e con troppa facilità perché non ci sia sotto un qualche inganno), perchè sotto l'odio, sotto la scorza del rancore, il senso della serata, della SUA serata, è quello di ritrovare Ugo, fra tutti l'amico più caro, un po' il suo fratello minore, che gli eventi e le incomprensioni hanno allontanato e macchiato di vergogna. E lo spettatore non può fare a meno di essere vittima dello stesso inevitabile raggiro: è palese sin dalla prima scena che l'avvocato Santelia stia recitado una parte, ma noi facciamo il tifo per l'amicizia, perché i quattro amici atterrati da una vita più deludente di quella che speravano di avere riescano a ritrovarsi, perché Ugo e Franco finalmente, in questa miracolosa notte di Natale, riescano a fare la pace. Ma appunto, è solo un raggiro: l'insistenza di Ugo per avere Franco con loro, non è dovuta alla sua voglia di riallacciare i rapporti (come fa credere fino alla scena finale), vuole semplicemente un pollo da spennare per riassestare la sua precaria situazione economica. E quando gli altarini si scoprono, ognuno di loro non può fare altro che andarsene per la sua strada annichilito, pronto ad essere riabbracciato dalla propria misera esistenza. Ha qualche problema: i flashback patinati con Kristina Sevieri sembrano un po' usciti da una telenovela, l'inserimento del personaggio di Martina nel presente è abbastanza forzato, e continuo ad avere delle difficoltà nel chiamare "attore" Abatantuono. Ma è un magnifico esempio di come anche in quegli anni di inizio decadenza e pur per mano di autori non sempre eccelsi come Avati, il cinema italiano sapesse mettere in scena con pochissimo dei ritratti umani e sociali estremamente potenti, cosa che ormai sembra soltanto un sogno.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati