Regia di Todd Phillips vedi scheda film
La figura del clown e la sua trasposizione nel mondo dell'arte (seria, seriosa...) vanta una grande e nobile storia, con illustri precedenti: da Rigoletto ai Pagliacci di Leoncavallo, in letteratura c'è Boll e al cinema mi vengono in mente i Clowns di Fellini, ma anche quel capolavoro sovietico che è "Il Circo" di Grigorij Aleksandrov, per non parlare di Picasso. Molti dei temi trattati sono ricorrenti, come quello della critica sociale, oltre ovviamente alla drammatica dicotomia tra la risata esibita e uno stato d'animo interiore di tutt'altro segno.
E in questo film? Non mi pare ci sia altrettanta ricchezza: il soggetto è debole, senza sviluppo, povero di significati. Nella prima scena sta già racchiuso tutto il film, che si dipana tra voli estetizzanti e ricerca dell'eccesso (sangue, violenza, miseria, disagio). Ma questa ricerca dell'eccesso, questo alzare i toni, è il più ovvio sintomo di una mancanza di significato e di idee. Del resto inventarsi una storia e volerla legare ad un filone cinematografico di successo, per quanto di dubbio valore (parliamo di supereroi), sembra più l'imposizione di un produttore spregiudicato che l'espressione della volontà di un autore.
Bellissima la fotografia per luci, accostamenti cromatici e composizione, peccato solo quell'insistere sui primi piani: roba da primadonna, come nemmeno le peggiori Soap.
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