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La prima pietra

Regia di Rolando Ravello vedi scheda film

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La recensione su La prima pietra

di Furetto60
6 stelle

Una voce fuori campo, quella di nostro Signore, introduce il racconto, spiegando il valore dell’incidenza del caso sulle vicende umane. Siamo a pochi giorni dal Natale in una scuola elementare, nell’ hinterland romano, dove c’è febbrile fermento per la preparazione della recita natalizia, a cui il preside, tiene particolarmente, uno spettacolo in cui ha saggiamente introdotto anche riferimenti ad altre religioni, all’apparenza come atto di rispetto e omaggio, in sostanza una superficiale operazione diplomatica di “maquillage” all’insegna, del politicamente corretto, come la decisione di abolire presepe e crocifisso in classe, per non urtare la sensibilità e soprattutto la suscettibilità, dei bambini che seguono altri culti. Un sasso lanciato per gioco da uno scolaretto in cortile verso una finestra dà la stura ad una serie di situazioni tragicomiche, diventando un “casus belli” perché oltre al vetro rotto, ci sono le lesioni procurate ad una coppia di coniugi-bidelli, che si trovavano malauguratamente nei paraggi. Il ragazzino in questione si chiama Samir ed è musulmano, per il preside, una bella rogna, i due bidelli sono inferociti ma la mamma e soprattutto la nonna del bambino, sono sprezzanti e senza alcuna intenzione di indennizzare il danno, perché leggono nell’accaduto, responsabilità della scuola per un presunto disagio del ragazzino. A un certo punto il dialogo pacato lascia il campo a turbolenti discussioni e poi animati litigi e infine risse furibonde, tra problemi tecnici e malumori dei ragazzini, un vero e proprio gioco al massacro. La pietra ha un significato simbolico importante per le religioni monoteiste, che sia da scagliare prima degli altri o buona per edificarci sopra un bel tempio. Uno spunto ghiotto, che lo sceneggiatore Stefano Massini, ha sviluppato argutamente all’interno di un microcosmo della periferia romana, in cui è decisamente alto il tasso di multiculturalismo. “La prima pietra” è un simpatico saggio di satira dei costumi, che rimanda al Carnage di Polanski, con le dovute e debite proporzioni, alcuni luoghi comuni vengono messi alla berlina ,Samir e i suoi genitori musulmani sono tutti nati in Italia e i nonni sono imprenditori benestanti con un’azienda di pulizie che dà lavoro a italiani, ma si lanciano strali anche contro le autocensure religiose ,via i crocifissi e il presepe e le intolleranze di chi dovrebbe integrarsi ed è più razzista degli altri, contro animalisti che sragionano e pure contro dipendenti pubblici non molto coscienziosi.

Rolando Ravello gira una commedia decisamente sopra le righe, ma mai sbracata, divertente e caustica, con caratterizzazioni efficaci anche se a volte caricaturali. A cominciare dal preside, interpretato da un fenomenale Corrado Guzzanti  dai tempi comici perfetti, che non fa il presepe per non turbare gli stranieri e prepara una serata di canti e testi in tutte le religioni, la maestra buddista e vegana, l’ottima  Lucia Mascino che invoca serenità e comprensione reciproca ma poi, messa sotto pressione ,presente al momento del fattaccio, sclera di brutto, l’insegnante che ricatta il preside per gli straordinari e la madre e nonna musulmane  Kasja Smutniak e Serra Yilmaxe, che sfidano con arroganza il buonismo affettato del preside. Non tutto convince, ma si ride di gusto, anche per la grande qualità degli interpreti.

 

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