Regia di Wes Craven vedi scheda film
Con la complicità della geniale sceneggiatura di Kevin Williamson, Wes Craven realizza quello che resta probabilmente il miglior film della sua carriera, punto d'arrivo di un più ampio discorso intrapreso sin da quel Nightmare - Dal profondo della notte e che qui trova finalmente la quadratura del cerchio.
Scream è un capolavoro di ironica svestizione del sottogenere slasher, una delle sue massime forme d'espressione e, paradossalmente, la sua condanna. Craven non ha paura di esplicitare le regole del gioco, magari anche con un divertente montaggio che le mette in relazione ad un personaggio intento a rispettarle, e nel fare ciò porta ad un naturale cortocircuito interno la pellicola stessa. Tutti sanno cosa deve succedere, spettatori e personaggi, ma ciò non impedisce all'autore di creare scene che ancora oggi, ad oltre vent'anni di distanza dall'uscita del film, risultano estremamente ansiogene (per citarne un paio, la magistrale sequenza d'apertura e la protagonista chiusa nella volante del vice sceriffo).
Infine, se nei primi film Craven puntava molto sulla rappresentazione dell'orrido, del taboo, in Scream invece la violenza risulta abbastanza addomesticata e, se a ciò si somma l'insensibilità verso di essa che dimostrano i media ed i giovani comprimari, ci si può leggere una vittoria personale dell'autore in relazione al cambio culturale avvenuto tra anni settanta e novanta su ciò che può essere mostrato e ciò che è inaccettabile.
Scream è una pietra miliare del genere che ha contribuito ad "uccidere", archetipo di tanta mediocrità teen anni duemila.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta