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Jojo Rabbit

Regia di Taika Waititi vedi scheda film

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La recensione su Jojo Rabbit

di diomede917
7 stelle

JoJo Rabbit è un film delle sorprese.

Ha vinto a sorpresa il Festival di Toronto (negli ultimi anni i vincitori sono stati La La Land, 3 Manifesti Ebbing Missouri e Green Book questo per far capire l'importanza di questo premio), sorprendentemente è candidato a 6 premi Oscar nonostante non abbia un battage pubblicitario forte a supporto e sopratutto ci fa conoscere il sorprendente mondo di Taika Waititi.

Comico Neozelandese molto conosciuto in patria, regista di film Indie presentati al Sundance e sopratutto regista del film Marvel Thor: Ragnarok.

Con JoJo Rabbit fa una vera e propria inversione di marcia osando camminare su un terreno lastricato di insidie.

Raccontare il nazismo e l'Olocausto in tono irriverente e provocatorio, prendendosi gioco dei simboli e delle icone che hanno caratterizzato quella ideologia.

Per intenderci siamo più dalle parti di Train de Vie che de La vita è bella.

Protagonista di questo film è il piccolo Johannes, bambino che vive in un piccolo e non definito paesino della Germania il cui cervello è talmente infarcito dalla propaganda del Terzo Reich da avere la propria cameretta tapezzata da poster di svastiche e avere come amico immaginario Adolf Hitler.

Per realizzare il suo sogno di essere il nazista perfetto e un giorno incontrare il suo idolo frequenta campi scuola per la Gioventù Nazista che sembrano usciti direttamente da Moonrise Kingdom di Wes Anderson.

Gli adulti presenti sono la parodia di tutto quello che abbiamo conosciuto dai libri e dalle testimonianze storiche. Il Capo della struttura è un ex ufficiale dell'esercito con un occhio di vetro e con non troppo nascoste tendenze omosesssuali che sogna di indossare una divisa da Nazi-Drag Queen, interpretato da un bravissimo Sam Rockwell orma il migliore attore non protagonista del mondo.

Johannes vive solo con la mamma Rosie (una Scarlett Johansson color pastello che sembra uscita dai film americani anni 50) che non approva i suoi ideali nazisti ma che usa come unico rimedio e medicina l'amore. Lo circonda, lo sovrasta di amore.

Purtroppo, a sue spese Johannes capirà che la realtà non è il mondo quasi favolistico dove è cresciuto fino adesso.

La scoperta di Elsa una ragazzina ebrea, amica della sorella morta, nascosta in soffitta dalla madre lo metterà di fronte a un bivio. A dover fare delle scelte tra quello che l'Adolf Hitler che è in lui dice oppure ascoltare cosa gli dice il suo cuore ancora puro.

Tutto questo mentre gli orrori della guerra stanno piano piano invadendo la confort zone dove il piccolo JoJo è cresciuto.

JoJo Rabbit è un film sull'infanzia violata, Taika Waititi lo dirige proprio ad altezza di bambino.

L'ideologia nazista è filtrata dagli occhi smarriti e un po' indifesi di Roman Griffin Davis che erge il personaggio di Johannes come simbolo di quella realtà storica.

Una favola nerissima dove la violenza entra a piedi uniti quando meno te lo aspetti come un coniglio dal collo spezzato o i cadaveri dei collaborazionisti impiccati nella piazza del paese riconoscibili solo dalle loro scarpe penzolanti.

In tutto questo percorso formativo il regista si riserva anche il ruolo dell'amico immaginario.

Taika Waititi ridicolizza il suo Adolf Hitler fino a ridurlo ad un ruolo di marionetta, che balla e balzella a suo piacimento, che sviene quando vede il volto deturpato del suo amico JoJo per colpa di una granata, che mangia carne di unicorno mentre il popolo tedesco muore dalla fame.

Il regista ci porta lentamente dentro la dura e violenta realtà dei fatti dopo un inizio provocatorio e grottesco caratterizzato da I Want to Hold your hand dei Beatles cantata in tedesco come colonna sonora della propaganda dei giovani nazisti tedeschi visti come fossero autentici fan invasati di Lennon e McCartney.

Lentamente Adolf Hitler si defila lasciando il piccolo Jojo alle prese con la sua formazione e al suo amore incondizionato per Elsa, contrassegnato da lettere d'amore inventate e dalla poesia di Rilke.

Con Jojo Rabbit Taika Waititi ci commuove e ci diverte in modo intelligente e mai ricattatorio supportato da un cast in stato di grazia, da vedere la scena degli infiniti Heil Hitler per credere, e sopratutto da un uso sapiente della colonna sonora la protagonista occulta di tutto il film che atlerna oltre ai già citati Beatles Tom Waits, Roy Orbison e sopratutto David Bowie per il bellissimo e liberatorio finale che ci spaccherà il cuore e che ci farà venire una irrefrenabile voglia di ballare contro tutti i semi dell'odio che proprio oggi si nascondono nella società odierna.

Voto 7,5

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