Regia di Taika Waititi vedi scheda film
Jojo, un bambino cresciuto dalla sola madre, ha come unico alleato il suo amico immaginario Adolf Hitler. Il suo ingenuo patriottismo viene però messo alla prova quando incontra una ragazzina che stravolge le sue convinzioni sul mondo, costringendolo ad affrontare le sue paure più grandi.
Scritto e diretto da Taika Waititi, tratto dal romanzo "il cielo in gabbia" di Christine Leunens,Jojo Rabbit è senza dubbio un film eccentrico sia nel soggetto che nella sua realizzazione, alternando il drama alla commedia, contaminando un genere con l’altro.
Ciò che rende eccentrica l’opera è il modo in cui il nazismo viene trattato, ovvero a scopo parodistico, scelta legittimata anche dalla visione del protagonista del movimento politico e della figura di Hitler.
Entrambi questi elementi, ovvero la parodia e l’ Hitler immaginario di JoJo, funzionano fino ad un centro punto. Per quanto riguarda la prima, al netto di un ottima coerenza di scrittura e successivamente di messa in scena, manca un piglio più satirico, che senza pretendere la forza espressiva e concettuale intrinseca del inarrivabile “Il Grande Dittatore” poteva cercare di andare un po’ oltre il semplice ridicolizzare al fine comico.
C’è da dire che l’interesse di Waititi non è particolarmente indirizzato a quanto detto sopra ma più verso una presa di coscienza del protagonista e delle sue reali convinzioni, un intento che forse si avvicina più ad un racconto di formazione che ad altro.
Per quanto riguarda la figura di Hitler, ridotta a macchietta, concettualmente ed inizialmente ha buona presa ma forse Waititi ne abusa un po’ e verso la fine risulta quasi pesante e poco efficace.
Detto ciò, ovvero quelli che considero gli elementi meno positivi della pellicola, Waititi scrive e dirige un film con grande estro: personaggi nel complesso ben caratterizzati, un intreccio che è sì prevedibile ma ben ritmato e che vive in questa alternanza tra commedia e drama.
La regia di Waititi è ecclettica, azzecca sia i tempi comici che quelli drammatici, cosi come quelli della suspense. Una regia non particolarmente virtuosa ma che trova piacere in piccoli tecnicismi come per esempio zommate repentine o l’uso del rallenti .Tutto questo è supportato dall' ottimo montaggio anch’esso puntale sui vari registri.
Bene il cast, Scarlett Johansson regala verve ad un bel personaggio, ottimo lavoro sia sulla dizione che sulla mimica. Il piccolo Jojo è interpretato con naturalezza dall’esordiente Roman Griffin Davis e infine un Sam Rockwell leggermente sopra le righe ma coerente con il suo personaggio.
Un film al quale manca un po’ di spinta e coraggio nella sostanza ma che, da una trattamento piuttosto originale e da una sceneggiatura che fondamentalmente si sviluppa in modo classico, riesce a trovare efficacia in una forma accattivante e coinvolgente.
Voto:7.5
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