Regia di Elio Petri vedi scheda film
"E oggi come mi uccidi?"
Un bell'appartamento elegante in uno dei palazzi storici di Roma; una donna dalla bellezza conturbante è raggiunta da un uomo che va a letto con lei e ... la uccide.
Dopo di che l'uomo stesso dissemina l'appartamento di impronte digitali, orme dei piedi, tracce persino della sua cravatta e infine chiama la Polizia. E quando sta per uscire incrocia sul portone un giovane inquilino dello stabile dal quale si fa squadrare a dovere.
Poi si mette in macchina e va a lavorare... al Commissariato di Polizia!
Comincia così l'opera di Elio Petri che ancora oggi si presenta così attuale nei suoi due piani di lettura: sia quella etico-filosofica, tracciata col gusto della iperbole, delle conseguenze dell'uso protatto del potere ; sia sul piano della cronistoria stessa, anticipando eventi per esempio riferibili ai fatti di Genova e del G8 circa 30 anni dopo.
Film complesso, denso di riferimenti culturali e con tracce di più generi, dal thriller politico al cinema grottesco, ebbe un impatto fortemente condizionato dalla cronaca politica italiana di quegli anni: eravamo a ridosso della strage di Piazza Fontana e della morte violenta tramite defenestrazione di Giuseppe Pinelli. In quegli anni la censura era qualcosa di reale e il film era forte rischio di essere sequestrato, salvo poi essere emesso con divieto di visione ai minori.
Nonostante ciò vinse l'Oscar del 1971 come miglior film straniero e forse fu proprio all'Estero - lontano dalla cronaca dei fatti italiani - che fu più apprezzato come opera artistica in sé, forte di un sapore misto fra il registro Kafkiano e quello di Bunuel.
Gianmaria Volonté esprime superbamente un personaggio fortemente alienato, con note psicopatologiche evidenti.
La trilogia Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso e La proprietà non è più un furto rese Petri un protagonista attento e incisivo, nonché anche contestato da sinistra oltre che da destra, della vita politica italiana del tempo.
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