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Il Corriere - The Mule

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il Corriere - The Mule

di Furetto60
7 stelle

Ottimo come sempre, quest'ultimo lavoro di Clint Eastwood, il quale racconta e interpreta una storia vera.


Siamo nel 2005, a Peoria,Earl Stone ottantenne veterano della guerra di Corea, lavora con grande passione come floricoltore. Possiede un pick-up, con cui si vanta di aver girato, m
acinando chilometri su chilometri, quarantuno stati federali per la vendita dei suoi fiori, senza mai prendere una contravvenzione. Ha un’ex moglie, Mary, con la quale è stato insieme per dieci anni, ma che poi stanca della sua perenne assenza, l’ha lasciato. Perfino il giorno del matrimonio della figlia Iris, Earl impegnato in una convention cittadina di presentazione e vendita floreale, non si fa vivo. Dopo qualche tempo gli affari di Earl, non vanno più bene, la concorrenza si chiama internet e lui non ha i mezzi per contrastarla. Cosi rimasto senza casa e con tutti i suoi beni pignorati, si presenta al brunch prematrimoniale della nipote Ginny, l’unica che pare averlo a cuore, in procinto di sposarsi con un ragazzo di nome Mike. Mary e la figlia Iris vedendo il furgoncino carico si suppellettili capiscono che Earl è lì, solo perchè rimasto al verde e senza casa. Earl mortificato dai suoi familiari, si allontana, un amico di Mike, Richard lo raggiunge e gli da l'indirizzo di alcuni suoi conoscenti, in cerca di un autista, che trasporti la loro merce. Così Earl non del tutto consapevole, perlomeno all’inizio, della natura dell’operazione,  accetta. Questi amici di Richard, appaiono strani, dotati di armi, diffidenti e rigorosamente riservati.Le modalità di consegna sono quanto meno stravaganti, Earl non deve curiosare all’interno della borsa che trasporta, guidare l'auto fino alla città e collocarsi in un parcheggio, con un telefono cellulare usa e getta, lasciare il suo pick-up per un'ora, poi tornare, prelevare l’incasso dal bauletto e andar via, un gioco da ragazzi. Talmente facile e redditizio che Earl ci prende gusto e i viaggi si fanno via via più frequenti e i compensi sono sempre più alti. Oltretutto dati i suoi trascorsi e l’età avanzata è un’insospettabile. Naturalmente, all’aumentare dei guadagni, aumenta anche il quantitativo di droga portata. Il che lo mette sempre più a rischio. Ma il vecchio floricoltore, ormai più che conscio del reato che sta commettendo, sa districarsi con la solita flemma, da buon reduce di guerra qual è, tanto da irritare gli stessi messicani, per le troppe libertà che si prende, ma intanto la sua vita riprende a girare, recupera la casa, si compra un pick- up nuovo e fa regali a destra e manca. Earl entra perfino nelle grazie del Boss del cartello  alias Andy Garcia, Il quale lo invita a un party nella sua villa sontuosa, tra superalcolici e belle e disponibili donne. È vezzosamente soprannominato “tata” dai suoi committenti, vista la sua veneranda età. Tuttavia, la situazione cambia a suo svantaggio, con l’eliminazione del boss, gli equilibri criminali cambiano e la sua posizione diventa sempre più precaria, si salva la vita fortunosamente, procrastinando l’ultimo carico , per trascorrere gli ultimi giorni in compagnia della ex moglie, malata terminale di cancro. Intanto Colin Bates, agente della DEA, e Trevino, il suo assistente e braccio destro, imbeccati da un informatore, sono sulle sue tracce. Arrestato alfine in una rocambolesca e spettacolare operazione di polizia, prima della consegna che poteva essergli fatale, al processo in cui il suo avvocato si appella al suo eroismo e all’età avanzata, interviene rinunziando a qualsiasi attenuante e si dichiara colpevole, va in galera ma recupera i suoi affetti. Con “The mule”, Eastwood traspone l’incredibile storia vera di Leo Earl Sharp, che nel 2014 uscì sulle pagine del New York Times Magazine. Clint Eastwood veste i panni di Earli con elegante autoironia, sornione partecipe e disincantato, offrendo il ruolo della figlia, alla sua  vera figlia Allison .Viso scolpito, corpo arzillo, ma visibilmente segnato dagli insulti del tempo, carattere da tipico americano medio, abile manutentore di oggetti, ma incapace nelle relazioni umane, razzista quasi involontario, che offende i “ negri”, ma li aiuta e li soccorre, e se la prende con i mangiatori di fagioli, cioè i messicani. Con un’interessante inciso, dedicato al terrore che attanaglia un automobilista di origine latina, fermato dalla polizia per controllo che, dichiara: “Sono i cinque minuti più pericolosi" della mia vita”, viste le statistiche e la cronaca americana quotidiana, come gli si può dare torto. La classe non è acqua e Clint giganteggia, sia come attore che come regista, nonostante l’età di cui riesce a farsi beffe. La sua connotazione politica non tragga in inganno, la sua statura artistica è talmente alta, da porlo al di sopra delle parti. Vecchio leone,continua a ruggire.

 

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