Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Si può percorrere un viaggio alla ricerca del senso dello stare insieme, di quella socievolezza che è alla base dell'essere uomini.
E si incontra la cellula primordiale della famiglia di cui la società civile si compone.
Kore'eda con sguardo acuto tenta un'arguta riflessione scivolando in un canto anarchico in cui cerca di smascherare i meccanismi oppressivi dell'istituzione. Dietro l'ipocrisia dei sentimenti campeggiano le gabbie sociali che imprigionano la libertà del vivere insieme.
La sua famiglia è compresa in una dimensione pre-sociale con lo spontaneismo delle passioni e la gioia di condividere gli affetti.
Galleggia all'interno delle forzature del sistema, aggirandolo, facendosene beffa, ribellandosi ad una vita ingabbiata da legami istituzionali che dimenticano la felicità di scegliere la propria via. Una socialità che vien prima della legge di Dio e la legge degli uomini, che riporta gli individui a quello stato di natura non codificato ed imposto da strutture senza anima.
Kore'eda riprende la tradizione nipponica che fa del cinema una composizione per immagini, con citazioni degli interni di Ozu. Quadri in movimento che seguono un registro basso, facendone rappresentazione quasi caravaggesca.
Un viaggio alla ricerca di un'età dell'oro dove i sentimenti determinavano i rapporti e non il paravento di un'ipocrita e burocratizzata istituzione economica
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