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La terra dell'abbastanza

Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film

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La recensione su La terra dell'abbastanza

di brianwilson
8 stelle

Una storia sbagliata, canterebbe De André. Un piccolo noir di periferia, dove la violenza e il crimine sono rappresentati nel loro aspetto più misero e volgare. Un debutto notevole. Passate parola.

 

Dicono d'averci messo sei anni, bussando di qua e di là, per realizzare il loro primo film. I fratelli D'Innocenzo, due ragazzi dal forte accento romano e la verve istrionica, alla fine ce l'hanno fatta. Ed ecco “La terra dell'abbastanza”, un piccolo film che s'è già guadagnato buone recensioni all'ultimo festival di Berlino. Come hanno raccontato di persona all'anteprima milanese, è prima di tutto una storia d'amicizia in un contesto degradato, con due ragazzi nati ai bordi di periferia (romana) che cercano di svoltare. Ci riescono per uno strano scherzo del destino (vi basti così, non voglio raccontare troppo della trama), ma vanno nella direzione errata. E le conseguenze non tarderanno ad arrivare. Una storia sbagliata, canterebbe De André, un piccolo noir stradaiolo, dove la violenza e il crimine sono rappresentati nel loro aspetto più misero e volgare, senza morbosità o fascinazione. I fratelli D'Innocenzo, che hanno collaborato con Garrone per la sceneggiatura di “Dogman”, raccontano il tutto senza sconti e senza abbellimenti, mantendendo quel piglio autodidatta e un po' naif che orgogliosamente reclamano. Ne esce un lavoro a suo modo avvincente, che tiene in tensione e trasmette un senso di oppressione e destino ineluttabile. Interessanti le diverse dinamiche familiari dei due antieroi così come la loro deriva amorale. Bravissimi e straordinariamente credibili i giovani protagonisti, mentre i big (Tortora e Zingaretti) se ne stanno ai lati, senza strabordare con la loro personalità. Sbaglia, e di grosso, chi paragona “La terra dell'abbastanza” alla serie tv “Gomorra”, a voler trovare per forza un paragone citerei piuttosto il realismo di Claudio Caligari. Il film uscirà agli inizi di giugno, quando la stagione cinematografica (almeno in Italia) comincia a declinare: i due giovani registi, quindi, contano sul passaparola del pubblico per far lievitare il successo della loro creatura. Questo è il mio piccolo aiuto.

 

 

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