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Ombre

Regia di John Cassavetes vedi scheda film

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La recensione su Ombre

di sasso67
8 stelle

"Ombre" fu, all'epoca in cui uscì, più che un pugno nello stomaco, un pugno in un occhio del vecchio cinema hollywoodiano. Spiazzò il pubblico e anche la critica, rivelando in John Cassavetes un nuovo vero autore cinematografico. Autore di ambizioni meno titaniche di quelle di Orson Welles, Cassavetes è stato, per stile e coerenza alle proprie idee cinematografiche, un grande regista, che si piegava a recitare (bene) per finanziare le opere in cui credeva veramente. In questa sua opera prima mette in scena, senza una vera e propria trama, ma seguendo un filo logico abbastanza esile, i problemi di un gruppo di giovani newyorchesi e in particolare quelli di una ragazza di pelle bianca ma di famiglia afroamericana che non sa bene cosa vuole, mentre i suoi fratelli sembrano sapere bene cosa non debba volere. Paragonabile a una lunga suite di jazz - dal quale del resto è sottofondato - Ombre ricorda qualche libro della Beat Generation, e penso in particolare a un romanzo peculiare come "I sotterranei" di Jack Kerouac. L'opera prima di Cassavetes è un film che non poteva avere successo quando uscì nelle sale, così come non potrebbe averlo oggi, ma è uno di quei lavori che vanno a costituire l'ossatura di una cinematografia quale l'americana, un po' come "I quattrocento colpi" e "Fino all'ultimo respiro" entrarono nel midollo osseo del cinema europeo.

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