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Dogman

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Dogman

di Carlo Ceruti
10 stelle

Bellissimo e tremendo.

L'ultimo bellissimo film di Garrone si svolge in una periferia altamente degradata (Roma? Napoli? In fondo non ha importanza) dove, in un'atmosfera tragicamente noir, vivono alcuni negozianti che si arrabattano come possono, disturbati da un uomo di nome Simone, enorme e violento, incline alla delinquenza totale. Tra questi c'è Marcello, un uomo piccolo e mite, con una figlia, che gestice un lavaggio per cani, che arrotonda col commercio della cocaina e diventa sciaguratamente amico di Simone.

In questo degrado dove i colori sono grigi, gli intonaci crollano, la gente ha volti disumani, nessuno pare avere alcuna speranza né nel prossimo e né nella legge (che lì pare abbia difficoltà ad entrare). Nei loro corpi e cervelli degradati paiono rimanere pochi sprazzi di umanità. In Marcello un po' è rimasta, ama i cani alla follia, è affezionatissimo a sua figlia (una ragazzina ancora pura) con cui adora fare immersione, ricerca la bellezza nei concorsi per i cani, la sua aria è bonaria, il suo spirito è semplice. Salva persino la vita a Simone, ma non si fa scrupoli a partecipare a furti, a commerciare cocaina ed a tradire i suoi amici per i soldi. Ma forse, in fondo, in quell'ambiente lui può davvero considerarsi uno dei buoni perché in lui un po' di speranza ancora rimane, nel suo volto brutto e butterato c'è ancora una luce umana, una speranza ed una luce che vanno svanendo giorno dopo giorno. C'è Simone, matto come una campana, violentissimo, che fa paura a tutti. Egli non ha valori, è inquietante solo a vederlo, eppure anche in lui, di tanto in tanto, sembra esserci qualche luce umana, in special modo quando guarda la madre e quando porta l'amico Marcello a divertirsi in discoteca.

E poi ci sono gli altri negozianti, che fanno colore, tra chi medita di eliminare Simone con dei sicari, chi pensa solo al denaro e chi è meglio tenere bene alla larga.

Dopo Gomorra, Garrone ci mostra un'altra storia di umanità disumana e senza speranza, in cui l'unico valore è andare avanti ad ogni costo. Un'umanità disumanizzata e degradata dall'ambiente sociale in cui vive. E' un film sulla violenza che genera ed alimenta sé stessa, dove la lotta per la sopravvivenza degenera in un'aggressività cieca e demente che spesso sfocia nel sangue, un film su uomini tremendamente simili a cani impauriti ed arrabbiati dove, forse, i cani veri, sono più umani dei loro padroni. E' un film che mantiene la tensione alta dall'inizio alla fine, che fa tremare i polsi ed emoziona e turba profondamente.

Il finale in cui il mingherlino Marcello, novello Davide delle periferie degradate, si trascina in spalla il gigantesco corpo morto di Simone, lo sconfitto Golia da tutti temuto e da nessuno sconfitto, è poesia allo stato puro.

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