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Il primo Re

Regia di Matteo Rovere vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il primo Re

di Susannes
8 stelle

Il primo Re si inserisce in quel filone di autori italiani contemporanei che vogliono provare che in Italia è possibile creare un cinema di respiro internazionale, basandosi su una grande ricerca in fase di pre-produzione e attenzione ai dettagli. La storia raccontata è quella del mito, un po' rivisitato, della nascita di Roma. Il protagonista effettivo è Remo, interpretato da un intenso Alessandro Borghi, che nella prima parte del film porta noi spettatori a credere sia lui il futuro "Primo Re". Ciò che cambia radicalmente la situazione è la rivelazione da parte di una vestale che il volere degli dei è che uno dei due fratelli dovrà essere ucciso dall'altro e che solo in questo modo potrà nascere un grande impero. Remo mostrà così quella che forse è la sua vera natura. Un uomo tirannico e dominatore del popolo che aveva appena conquistato che per amore del fratello sfida gli dei, dichiarandosi lui stesso un dio. E' qui che Romolo, dotato di maggiore empatia verso la sua gente e disposto a sottoporsi al volere degli Dei, sebbene con estremo dolore, uccide suo fratello Remo diventando lui Il Primo Re capace di creare un regno destinato a essere un grande impero. Il messaggio trasmesso dal mito e di riflesso dal film si rivela essere che il potere decisionale dell'uomo è limitato e che, sebbene possa comportare molto dolore, vi è un disegno più grande al quale siamo costretti a sottoporci e davanti al quale possiamo nulla. Il Primo Re è un film destinato però a rimanere sicuramente tra i film italiani contemporanei di maggiore rilievo per la sua cura tecnica. La fotografia, basata principalmente sulla luce naturale e sul fuoco, riesce a ricreare un ambiente allo stesso tempo selvaggio e mistico che ricorda le pellicole di Terrence Malick e le scene girate nella foresta di Revenant di Inarritu. Il regista, Matteo Rovere, riesce a ricreare un ambiente simile a quello che doveva caratterizzare il Lazio nel 753 a.C. non risparmiando nulla agli attori che maneggiano con abilità le armi, recitano per tutto il film quasi completamente nudi e spesso immersi nel fango e sotto la pioggia. Il sound design è ricercato e capace di ricreare perfettamente le ambientazioni in cui avviene l'azione mentre la musica risulta a volte non sempre capace di sottolineare con la giusta potenza le scene e cadendo a volte nel mainstream. E' un film da vedere per capire che se si investe nell'accuratezza del cinema italiano, si riescono a creare pellicole di grande qualità stilistica e tecnica. 

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