Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Recensione 1: facendo finta di NON sapere le cose scritte nella 2, il film va assolutamente visto, perché rappresenta qualcosa d'insolito e d'intrigante nell'attuale panorama cinematografico italiano.
E ha un cast che funziona alla grande, un microcosmo di facce, tic e atteggiamenti che riportano la recitazione alla sua essenza.
Recensione 2: confermando quanto detto riguardo il cast, si tratta in realtà di una pellicola che colloco tra il furbo e il disonesto.
E' presa dalla serie TV americana "The Booth at the end", andata in onda per 2 stagioni tra il 2011 e il 2012.
Ebbene, di questa provenienza non c'è alcuna traccia nei titoli di testa e nemmeno in quelli di coda, dove anzi si legge "Soggetto - Paolo Genovese" (?!)
Ma non è finita: si legge pure "Sceneggiatura - Paolo Genovese", ma sarebbe stato più giusto scrivere "traduzione". Sì, perché ogni episodio è preso esattamente dalla prima stagione della serie TV in maniera totale, dialoghi compresi. Quindi di originale direi che non c'è nulla, se non per chi ignorava l'esistenza della serie in questione.
E dove il regista averebbe potuto dare almeno un senso a questo copio-traduco-incollo, ecco che invece si perde.
Al posto del fintamente ambiguo finale con foglio di carta che brucia nel posacenere, avrebbe forse fatto meglio a guardarsi anche la seconda stagione della serie, e allora là sì che avrebbe trovato (da copiare) un finale che lascia di sasso.
Scegliete pure la recensione che preferite.
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