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Winter Brothers

Regia di Hlynur Palmason vedi scheda film

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La recensione su Winter Brothers

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Emil lavora assieme al fratello in una cava di calcare, sottoterra, al freddo e allo sporco che imbianca i corpi, gli abiti e le sagome dei minatori. Per fare qualche soldo in più, il ragazzo, un po’ strano ed amante dei giochi di prestigio, fabbrica e vende ai colleghi dell’alcol adulterato che dà loro un po’ di conforto entro quel paesaggio inospitale e gelido come una landa spettrale di un pianeta senza vita.

I problemi iniziano quando il giovane comincia a fare la corte alla ragazza del fratello, e ancor più quando Emil, schernito e spesso oggetto di molestie anche pesanti da parte dei colleghi, viene accusato di avere avvelenato uno di loro con una delle sue misture di alcol.

Il regista islandese/danese Ulynur Palmason, esordiente nel lungometraggio, dirige un suggestivo ritratto di una solitudine disperata che cerca qualsiasi appiglio per essere allontanata definitivamente.

Al regista interessano i corpi, la fisicità dei suoi protagonisti fratelli, l’irruenza del loro rapporto primitivo certo, ma anche tanto umano e desideroso di essere corrisposto e condiviso.

Al calore dei corpi esibiti nelle lotte sfrenate, come nelle scene d’amore che nascono tentennanti, quasi svogliate, e proseguono con l’adeguato consenso di una volontà che ha bisogno di sollecitazioni e stimoli, si contrappone la freddezza quasi extraterrestre di un contorno paesaggistico da natura morta, ove il bianco della calce e del calcare ricopre e lorda ogni cosa lasciando tracce indelebili su corpi apatici e apparentemente impossibilitati a percepire sentimenti.

Presentato con successo a svariati festival internazionali, Winter Brothers è un film solo apparentemente glaciale, che riesce tuttavia presto a suggestionare lo spettatore con scatti e reazioni umane improvvise, quelle che incendiano un rapporto contrastato, ma forte, esistente tra due fratelli confinati alla fine di ogni civiltà e possibilità di umana sopravvivenza.

Al festival di Locarno 2017, il film ha ottenuto il Pardo per la migliore interpretazione maschile, andato al giovane attore protagonista che interpreta Emil, ovvero il bravo e minuto Elliott Crosset Hove. A lui si contrappone il muscolare Simon Sears, nel ruolo dell’altro fratello più “regolare” ed affidabile.

Un film interessante, suggestivo, in cui il regista Palmason confessa di aver voluto proseguire al cinema, il lavoro da tempo coltivato con le installazioni visuali e le opere concettuali che precedentemente hanno caratterizzato la sua crescita e formazione artistica, spesso incentrata sul contrasto “caldo/freddo” dato dall’incontro tra un’ambiente particolarmente disadorno, se non ostile, a contatto con personalità controverse facili a scattare nella manifestazione delle proprie emozioni.

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