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Jurassic World: Il regno distrutto

Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film

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La recensione su Jurassic World: Il regno distrutto

di giurista81
4 stelle

Deludente sequel della saga Jurassic Park giunta stancamente, per trame, al suo quinto capitolo. Lo spagnolo Juan Antonio Bayona subentra alla regia a Trevorrow (produttore esecutivo insieme a Spielberg) e lo fa rimpiangere. Gli sceneggiatori, tra cui lo stesso Trevorrow e Derek Connolly (proveniente da Skull Island e già coinvolto in Jurassic World), si limitano a scopiazzare in maniera massiccia Il Mondo Perduto di Spielberg. Così abbiamo di nuovo l'intervento sull'isola finalizzato a salvare gli animali. I grandi rettili vengono narcotizzati e rinchiusi in gabbie, quindi condotti in una nave gigantesca novella arca di Noè. Ovviamente si tratta tutto di un'operazione commerciale, all'insaputa dell'ex socio di Hammond (come peraltro già avvenuto nel capitolo menzionato), finalizzata a vendere gli esemplari salvati in aste milionarie. Troviamo però gli animalisti che riescono a liberare i dinosauri dalla prigionia come avvenuto, prima ancora di Spielberg, in Io sto con gli Ippopotami. Infine viene riporosta la parte terminale con i dinosauri che vagano per la città, cosa peraltro già vista col T-Rex ne Il Mondo Perduto.

Le uniche cose interessanti sono l'esplosione dell'isola dei dinosauri, con l'immagine in cui vediamo morire un brontosauro avvolto dalle fiamme, mentre lancia il suo inascoltato grido d'aiuto (perfetta parabola dell'estinzione dei grandi rettili), e l'idea dell'esperimento sfuggito dalle mani degli scienziati. L'epilogo infatti, palesemente aperto a un ulteriore sequel che sembra in uscita per il 2022/23, vede i dinosauri muoversi liberamente nel nostro mondo col narratore che parla della necessità per l'uomo, un po' come per il covid che sta flagellando da due anni l'umanità, di dover imparare a convivere con i dinosauri. Un po' poco per un'operazione in cui sono stati investiti faraonici budget (170 milioni). Difficile sopportare l'idea di dinosauri killer che attaccano in continuazione come macchine da guerra, per non parlare degli scontri all'interno di un'abitazione pur nella sua maestosità dimensionale. Che dire infine del Raptor addomesticato meglio di un cane da guardia. Sembra che l'edizione italiana abbia subito tagli per rendere appetibile il film anche ai minori. Mediocre, eppure premiato al botteghino (abbondantemente oltre il milardo di dollari di incasso) e addirittura accolto con una standing ovation di dieci minuti all'anteprima mondiale a Madrid.

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