Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
Interessantissima opera con la quale Assayas offre un ritratto fidedigno del mondo dei giovani del '68. Troppi però i momenti 'vuoti' riempiti dalle hits del periodo.
Olivier Assayas, ex direttore dei famosi “Cahiers du cinema”, è uno dei talenti più puri dell'intera cinematografia francese e forse europea contemporanea. “L'eau froide”, certamente un buon film, è stato il suo quinto lungometraggio, nonché suo primo titolo minimamente conosciuto all'estero, ma certo non la sua opera più riuscita. Realizzato su incarico della televisione francese (e su questo punto voglio evitare il solito paragone per noi umiliante e demoralizzante con la TV italiana), offre un ritratto fidedigno dello spirito dei giovani negli anni della contestazione, cosa peraltro agevolata -come lo stesso regista ebbe a dichiarare- dall'aver preso in prestito esperienze personali sue proprie. Lunghi momenti della pellicola sono lasciati ai suoni di quegli anni, hits conosciutissime che vanno sì a comporre una colonna sonora stupenda ma che troppo spesso danno l'impressione di voler riempire tempi morti di una sceneggiatura forse non pensata per i 90 minuti. Molto interessante nel suo insieme.
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