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Ho camminato con uno zombie

Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film

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La recensione su Ho camminato con uno zombie

di Baliverna
8 stelle

E' un curioso piccolo film ambientato sull'isola di S. Sebastian, tra la comunità dei bianchi (americani e inglesi) e quella dei nativi, in gran parte dediti ai riti voo-doo, tipici del luogo. Non lo definirei un horror. Di immagini impressionanti non ce ne sono (fatta salva, in parte, la vista dello zombi con lo sguardo fisso e allucinato); tuttavia l'ambientazione e la trama in generale seminano parecchia inquietudine nello spettatore, perché certe situazioni sono di per sé inquietanti. Ad esempio la moglie dell'americano caduta in quella specie di sonnabulismo permanente, la reticenza dei nativi a parlare del voo-doo, il vento incessante e fastidioso, e i molti segreti e rivalità che agitano la comunità dei bianchi. Tourneur analizza in questo film un altro aspetto oscuro e sinistro del male, quello delle pratiche magiche del voo-doo, diffuso tutt'oggi tra certe popolazioni, e penetrato anche in Occidente. E di male si tratta, perché la donna sonnanbula è stata resa tale da uno di quei riti, invocato, tra l'altro, dalla nuora della stessa in un accesso d'ira e forse di gelosia. Con l'aggravante che questa è moglie di un missionario cristiano. A nulla valgono, poi, i tentativi di servirsi dello stesso voo-doo per risanare la donna. Anzi, essi sortiscono l'effetto opposto. Pare tuttavia che tutti i bianchi presenti sull'isola si siano contaminati in momenti diversi e per motivi diversi con quei riti.
Un elemento del film che non mi è chiaro - non è un film semplice - è il ruolo della statua di S. Sebastiano nel giardino della casa, della quale si parla più volte. Non capisco perché il regista l'ha voluta. Da essa viene ad un certo punto prelevata una freccia per compiere un omicidio misteriosamente in contemporanea con un maleficio a morte, compiuto lontano, che fa uso appunto di un dardo. Coincidenza casuale o l'omicidio viene provocato dal rito, che istiga anche l'omicida ad uccidere? In ogni caso, pare che la donna venga veramente ipnotizzata a distanza.
Utile alla comprensione del film è la voce narrante del finale, la quale stigmatizza la facilità con cui la natura umana si volge al male, per il malsano desiderio di dominare, ma finisce per essere dominata, e chiede perdono a Dio.
Forse non è un film per tutti i gusti, ma per apprezzarlo è fondamentale guardarlo con attenzione, perché è solo apparentemente semplice e banale. PS. Ho imparato cos'è una polèna, cioè una statua posta sulla prua di una nave.

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