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The Square

Regia di Ruben Östlund vedi scheda film

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La recensione su The Square

di Furetto60
6 stelle

Ambiziosissimo e singolarissimo film di Östlund.

 

Christian, è il curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma,nonché padre divorziato,ma affettuoso di due bambine,molto preso dall’allestimento che lui e i suoi collaboratori,stanno preparando, per inaugurare una mostra, che prevede l’installazione di un’opera singolare, chiamata “the square” un quadrato di quattro metri per quattro,delimitato da un perimetro luminoso, nell’intenzione degli autori,un territorio simbolico, un’area in cui tutti hanno eguali diritti e doveri, una specie di “spazio virtuoso ” di fiducia e altruismo, all'interno del quale tutti sarebbero liberi dalla paura, e solidali tra loro, ma quando, in modo paradossale a Christian, nella piazza antistante il museo, gli viene sottratto, con furto di destrezza, il cellulare insieme al portafogli e altri effetti personali, la sua vita cambia di colpo. Imbeccato da un sottoposto, per stanare il ladro di cui ignora l’identità, ma presume di sapere dove abita,cioè in un palazzo dormitorio che ospita disadattati e indigenti, poveracci di ogni risma,elabora un geniale stratagemma,cioè scrivere una lettera di minacce, rivolgendosi all’inquilino anonimo, come se fosse il sicuro colpevole, e infilarne una copia in tutte le cassetta postali posizionate nell'androne dell’edificio,questa iniziativa provocherà una disastrosa reazione a catena,facendo precipitare la sua vita ordinata e prestigiosa nel caos più completo.Il regista che per questo film è stato premiato con la Palma d'Oro al festival di Cannes, è molto ambizioso, infatti si cimenta nella scrittura di un’opera pretenziosa e decisamente “contro” in cui usa un linguaggio grottesco, in modo esagerato e perfino a tratti irritante. Un film che spiazza di continuo lo spettatore, disseminato di situazioni surreali: Gorilla che entrano in casa, l’uomo con la sindrome di Tourette che interrompe, con i suoi irrefrenabili insulti, il dibattito con l’artista, l’esibizione estrema dell’uomo “scimmia” alla cena di gala,la donna con la quale Chistian “giace”, che pretende il suo preservativo usato e ossessivamente gli si presenta chiedendogli conto del suo comportamento,o il bambino che pretende le scuse, con un’ostinazione devastante,E fuori il mondo degli “homeless”, i sacchetti pieni della spazzatura.Un bel campionario di stranezze inquietanti.Nella sua ostentatazione dell’assurdo Östlund, mira in alto, protraendo le scene in modo molesto, allo scopo di mettere alla berlina la società e l’arte contemporanea che ne è il frutto, marcandola con una colonna sonora che si ripete nelle variazioni dell’Ave Maria, ma anche satira sulla comunicazione. Lavoro singolarissimo, che scardina la logica del racconto, per costruire un mosaico di scene “pop”.

 

Francamente,con tutto il rispetto per un autore "di spessore" sicuramente originale,il film mi ha lasciato  perplesso.

 

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